Allo sbando

C'era una volta il governo del fare, il buon governo. Poi venne il partito dell'amore. Parole, parole, parole. C'è un governo fallimentare che non ha saputo fare un bel nulla, che si è vantato di successi che non ha mai ottenuto e che ora, più che mai, è al centro di uno scandalo senza precedenti tra affaristi, corruttori e massoni. Un cricca avida di arricchirsi senza ritegno e senza rispettare nessuna legge.

Sono circa 12.000 le pagine di atti che sono stati depositati dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli. Intercettazioni, sempre quelle, che evidenziano un giro di affari sporchi legati a parlamentari, giudici e affaristi per condizionare le scelte degli organi costituzionali e la Pubblica Amministrazione.

Un cricca che è stata ribattezzata P3, che cerca di “usare” la magistratura per i propri fini influenzando l'indagine sui lavori del G8. Nel registro degli indagati oggi spiccano due nomi nuovi accanto a Denis Verdini, coordinatore del Pdl: il senatore Marcello Dell'Utri e il sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino. Due nomi già noti...alle procure italiane. Per il primo l'accusa è di associazione a delinquere; per il secondo per associazione segreta.

Gli effetti dello scandalo stanno spaccando il Pdl.
E mentre sono stati messi in silenzio (che fine hanno fatto?) i casi legati all'ex ministro Claudio Scajola e al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, la bagarre si è accesa dopo la richiesta da parte del finiano Italo Bocchino di dimissioni da parte di Verdini e di Cosentino. Ad una richiesta di chiarezza è corrisposta una valanga di veleno da parte dei vertici del Pdl. Il commento più leggero è stato quello del poeta e ministro Sandro Bondi che ha giudicato “nefasto” il ruolo di Bocchino nel dibattito politico. Quindi Bondi insieme a Cicchitto, in una nota congiunta, ha definito le dichiarazioni di Bocchino di “una gravità inaudita” (?)

"Un altro buon motivo per dire che siamo al capolinea di questa alleanza”, così Pier Luigi Bersani ha commentato l'ennesima rissa tra le fila della maggioranza in un'intervista rilasciata a la Repubblica. La resa dei conti tra di loro è cominciata e non si fermerà. E mentre continuano le lacerazioni, le gravi questioni socio-economiche del Paese non vengono affrontate. Berlusconi si limita a galleggiare, a rimuovere i problemi. Questo mentre l'Italia ha bisogno di uno sforzo per cambiare e riprendere la strada della crescita, per lasciare qualche prospettiva alle nuove generazioni".

Per Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale del Pd, la maggioranza è allo sbando, percorsa da faide interne e da una gravissima questione morale. Il governo non è in grado di affrontare i problemi del Paese e garantire un’uscita dalla crisi nel segno dell'equità e della giustizia. Lo dimostra anche la blindatura con l’ennesimo voto di fiducia di una manovra fatta solo di tagli che ridimensiona le politiche sociali e deprime le possibilità di sviluppo. E’ evidente che questo governo se ne deve andare. Il nostro compito è costruire l’alternativa a questa maggioranza, per evitare che il Paese soccomba alla crisi economica e per fare le necessarie riforme istituzionali”.

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