Crisi di maggioranza e Marzorati: facciamo chiarezza

Quello che è avvenuto in questi giorni è noto a tutti: il consiglio comunale è saltato due volte, la prima lunedì 31 maggio e poi venerdì 4 giugno, a causa della profonda crisi che sta investendo la maggioranza PDL e Lega, che è sfociata nella mancanza del numero legale, per l’assenza di molti consiglieri del PDL.

In questi giorni, però, sui giornali, su facebook, tra le chiacchiere di molte persone, girano strane considerazioni sul comportamento del Partito Democratico, che venerdì avrebbe fatto mancare il numero legale in concorso con il PDL, impedendo così la discussione dei temi relativi alla Marzorati.
Ciò che pensiamo della vicenda Marzorati, nel merito, lo diremo domani sera in consiglio comunale.

Adesso però è il momento di fare chiarezza e di smentire, una volta per tutte, le critiche a noi rivolte.

E’ stato il PD a proporre e ottenere che all’incontro dei lavoratori della Marzorati con le forze politiche partecipassero anche quelle di maggioranza e di minoranza legate al centrodestra: volevamo che tutti fossero al corrente di ciò che stava accadendo, e che tutti potessero esprimere solidarietà.

E’ stato il PD a proporre, durante l’incontro, di preparare un ordine del giorno a firma di tutte le forze politiche di solidarietà ai lavoratori della Marzorati.

E’ stato il PD a scrivere la maggior parte dell’ordine del giorno, inviarlo ai rappresentanti dei lavoratori della Marzorati per una verifica finale e infine a depositarlo per il consiglio comunale.

Lunedì 31 maggio al mattino, la maggioranza ha accampato, tra l’altro, come scusa per il rinvio del consiglio, il fatto che ci fosse un ordine del giorno da discutere troppo in fretta e senza i necessari approfondimenti. Qualcuno allora, per smontare l’alibi della maggioranza, proponeva di ritirare l’ordine del giorno e trasformarlo in sola comunicazione del Presidente del Consiglio. Il PD si è opposto, perché riteneva importante un pronunciamento unitario del consiglio comunale.

Altra cosa importante: in una riunione informale tenutasi lo stesso lunedì sera, presenti i capigruppo di PD, Lista Chirico, PDL, IDV e BPE, tutti concordi si era poi deciso che il consiglio si sarebbe tenuto venerdì 4 giugno per gli argomenti saltati il lunedì precedente, mentre gli argomenti relativi alla Marzorati sarebbero stati affrontati mercoledì 9 giugno, dando così il tempo di studiare per bene la delibera della Giunta sulla Marzorati.

Venerdì sera, prima del consiglio, durante una breve conferenza capigruppo, assenti solo IDV e UDC, solo il capogruppo BPE ha provato a proporre di discutere di Marzorati già nel consiglio che sarebbe iniziato di lì a pochi minuti. Verificata la perplessità delle altre forze politiche, si è stabilito di decidere con un voto durante il consiglio comunale.

Ecco perché venerdì scorso, durante il primo appello, il PD non ha risposto alla chiamata, così come le altre forze politiche di minoranza (ad eccezione dell’UDC). Politicamente andava evidenziata la mancanza, per la seconda volta consecutiva, del numero legale e la conseguente crisi della maggioranza.

Tra il primo e il secondo appello abbiamo informato il capogruppo del PDL che avremmo garantito il numero legale solo per discutere dell’ordine del giorno di sostegno ai lavoratori della Marzorati, in vista della riunione in Provincia dedicata alla situazione di questa azienda. Sulla delibera invece avremmo preteso il tempo di studiare in maniera approfondita il testo.

Poco prima del secondo appello il capogruppo del PDL ci ha informato che non sarebbero entrati, facendo così definitivamente mancare il numero legale e decidendo così di rinviare la seduta a mercoledì 9 giugno.

Questa lunga ricostruzione, DOCUMENTABILE in ogni passaggio e NON SMENTIBILE da nessuno, vuole dunque fare definitiva chiarezza rispetto al desiderio del PD di affrontare la vicenda Marzorati.

Chi mette in giro altre informazioni, fa commenti malevoli sull’atteggiamento del PD, fa illazioni su presunti accordi tra PD e PDL per fare mancare il numero legale, chi attribuisce al PD la colpa di non aver potuto discutere della Marzorati durante il consiglio di venerdì lo fa o perché poco informato o in assoluta malafede.

Nel primo caso questa nostra ricostruzione potrà servire a chiarire come ci siamo mossi, nel secondo è evidente che la malafede, il pregiudizio e l'attacco gratuito e immotivato al PD sono ovviamente da respingere al mittente.

marco troiano

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