"L’euro ha ridato una direzione a un Paese che era troppo indisciplinato."


Berlusconi venerdì ha definito l’euro una “strana moneta” che non ha mai convinto.
Dal suo recepimento ad oggi però la moneta unica ha protetto l'Italia "dal disordine antico che regna nella nostra finanza pubblica".

Lamentarsi dell’Euro, essendo il presidente del Consiglio che governa da quasi un decennio, insomma, non è solo populista, ma anche parecchio ipocrita.

Un reportage del quotidiano online L'Inkiesta ci spiega perchè.


- «L’euro è una strana moneta». Questa frase, pronunciata da Silvio Berlusconi venerdì scorso, sta facendo il giro d’Europa. In una settimana particolarmente dura per l’Italia, con lo spread fra titoli di Stato italiani e tedeschi nuovamente oltre quota 400 punti base, è utile ricordarsi cosa è significato entrare nell’eurozona per un Paese come il nostro. Per una nazione instabile come la nostra, la moneta unica è stata l’ancora di salvezza in ben più di un’occasione. Basti pensare al possibile impatto sull’economia italiana dell’ultima crisi finanziaria globale se fosse stata ancora presente la lira.

Eppure, in troppi hanno (volutamente) la memoria corta.

Le parole di Jürgen Stark durante le trattative per l’entrata dell’Italia nell’euro non furono piacevoli. Le ha ricordate Carlo Azeglio Ciampi due mesi fa, proprio quando i titoli di Stato italiani stavano vivendo uno dei momenti di maggior pressione e il capo economista della Banca centrale europea si stava dimettendo. I ridolini del presidente francese Nicolas Sarkozy e del cancelliere tedesco Angela Merkel sono nulla in confronto alle onte che ha dovuto sopportare Roma nel recente passato.

Negli ultimi dieci anni l’economia italiana ha inevitabilmente avuto più vantaggi che svantaggi dell’euro. In virtù della perdita della sovranità monetaria, Roma ha guadagnato in termini di credibilità. Adottando una politica monetaria comune, cioè quella basata sui dogmi della Bundesbank tedesca, ha controbilanciato le diverse svalutazioni competitive che hanno reso la lira una moneta poco credibile nel contesto internazionale. Non solo. Fra i benefici dell’euro possiamo trovare anche la riduzione dei costi di transazione, elemento che ha facilitato gli scambi all’interno dell’eurozona, e l’abolizione del rischio di cambio. Infine, nonostante i detrattori della moneta unica dicano il contrario, è aumentata la trasparenza sui prezzi. Con il cambio fissato a 1.936,27 lire per un’euro, l’economia italiana ha potuto quindi giovarsi di un assetto più grande di quello che avrebbe mai potuto sperare. In sostanza,

L’euro ha ridato una direzione a un Paese che era troppo indisciplinato. 

Tuttavia, questo fattore positivo non è stato sfruttato dall’Italia, che ha permesso la crescita di un’economia sommersa, in virtù di un diffuso lassismo dei controlli fiscali, pari a 275 miliardi di euro l’anno, come ha certificato l’Istat nel corso dell’anno. Il commercio estero dell’Italia, in virtù della moneta unica, ha avuto un boom fra il 2005 e il 2008, come ricorda l’Istat. E considerando solo le esportazioni, il periodo compreso fra il 2001 e il 2007, ricorda sempre l’Istat, è stato uno dei migliori degli ultimi decenni.
Di nuovo, tutto grazie all’euro.

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DoppiaM

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