L'Italia arranca. E continuano a far credere di poter abbassare le tasse


Un'industria schiacciata tra recessione violenta e ripresa ancora lenta, con la produzione calata del 17% in tre anni. Un sistema che perde quota nella classifica dei Paesi produttori e che mostra un`attività manifatturiera meno redditizia.

Il rapporto sugli scenari industriali del Centro studi di Confindustria, mette in evidenza le posizioni perdute dall'Italia: mentre i Paesi emergenti asiatici (India e Corea del Sud) risalgono la classifica e ci superano, l'Italia scende dal quinto al settimo posto nel mondo, mentre resta seconda in Europa dietro la Germania.

Sempre a proposito di crisi e di economia, Silvio Berlusconi ha firmato un impegno a Bruxelles per ridurre il deficit pubblico e anzi azzerarlo entro il 2014. Nella carte del governo, presentate in Parlamento e votate da deputati e senatori, è scritta nero su bianco la dimensione della manovra da approvare per ottenere questo risultato.

Ma il presidente del Consiglio continua a prendere in giro gli italiani: ieri ha minimizzato, ha detto che basterà un’aggiustatina da tre miliardi di euro e che per gli anni venturi basterà fare una manovra da 0,7 per cento del Pil, grosso modo un’altra decina di miliardi. Un niente, una bazzecola. E ha pure annunciato che si potranno perfino ridurre le tasse.

Peccato che nel Documento di economia e finanza, votato dal Parlamento e presentato in Europa, ci sia un quadro ben visibile dove è scritta la dimensione della manovra di aggiustamento da fare: si arriva ad un soffio da 40 miliardi di euro.

Mentre i vari pezzi della maggioranza di centrodestra si azzannano per conquistare le ultime posizioni disponibili, il governo fa melina sui problemi veri del paese.

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