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Oltre i limiti della decenza

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Il nuovo capitolo di TeleMeloni è lo stravolgimento delle  regole sull’informazione per la campagna elettorale delle europee . Lo mette a punto Francesco Filini, il Deputato di maggior fiducia del plenipotenziario della comunicazione di Palazzo Chigi e di Fratelli d’Italia Fazzolari. Un nome, una garanzia. Il pacchetto di modifiche al regolamento presentato da Filini arriva al voto in Commissione vigilanza RAI nelle prossime ore, ed è talmente smaccato che persino Forza Italia, capitanata in Vigilanza dall’ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, non ha aderito.  Sostanzialmente, Filini vuole introdurre una zona franca per  per i rappresentanti di governo che intervengono su temi inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali”, e nei programmi di approfondimento chiede che sia garantita “una puntuale informazione sulle attività istituzionali e informative”. Ovvero, un libera tutti alla propaganda di governo sulle magnifiche attività e gli stupefacenti risultati

Tagli alla sanità, Regioni in rivolta

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Prima l’appello dei 14 esperti, poi l’allarme della Ragioneria dello Stato, infine il monito della Conferenza delle Regioni: basta tagliare sulla sanità.  Il Governo, nel decreto PNRR, taglia 1,2miliardi, ridimensionando al 6,2% la spesa sanitaria in confronto al PIL. Questo significa liste d’attesa più lunghe, meno medici e infermieri, meno strutture sul territorio, meno medicina di prossimità, meno lavori di messa in sicurezza e ammodernamento degli ospedali. Una scelta folle, che rischia di far collassare il sistema sanitario nazionale.  L’unico "pregio" di Meloni è stato quello di unire i Governatori, di centrosinistra e centrodestra, nella critica agli scellerati tagli. Facciano un passo indietro e garantiscano l’accesso universale alle cure per tutte e tutti.  Anche Fedriga, Governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, si è scagliato contro i tagli alla sanità del Governo Meloni.  Fratelli d'Italia, sicuri che siamo noi a “mistificare la realtà”?

Una sanità a rischio crac

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La sanità pubblica è a rischio crac. A dirlo non sono solo le opposizioni ma scienziati, premi Nobel e medici. Con il Governo Meloni si toccherà il punto più basso: nel 2025 solo il 6,2% del PIL andrà in spesa sanitaria.  Serve un piano straordinario di investimenti per abbattere le liste d’attesa, garantire assunzioni e stipendi dignitosi al personale sanitario, modernizzare le strutture ospedaliere, ampliare la medicina sul territorio e di prossimità.  La destra invece continua a tagliare e va nella direzione opposta, preferendo il privato al pubblico. Per loro curarsi è un privilegio, non un diritto. Puoi farlo solo se hai i soldi.  Così mettono a rischio non solo la salute dei cittadini ma l’intera coesione sociale.

Contro la privatizzazione della sanità

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I cittadini si indebitano per curarsi. La destra che fa? Taglia i fondi alla sanità.  La sanità pubblica è sempre più in crisi e per far fronte alle cure gli italiani sono costretti a pagare o, peggio, a indebitarsi per ricevere le cure a cui avrebbero diritto.  Insomma: chi può, paga. Chi non può, si indebita. Oppure rinuncia a curarsi.  Sono infatti circa 9 milioni gli italiani in difficoltà economica per colpa di una sanità pubblica allo sbando. Un cittadino lombardo su nove evita di curarsi perché non può sostenere il costo di una visita privata.  Nel pieno di questa crisi, il valore dei finanziamenti personali contratti a copertura delle spese sanitarie è arrivato a superare il miliardo di euro: un risvolto ancora più drammatico che, però, non sorprende.  Per fronteggiare la difficoltà degli italiani il Governo cosa fa? Taglia i fondi destinati alla sanità. In Regione Lombardia, la Giunta Fontana non è da meno, con la sua ricetta ormai collaudata di tagli e privatizzazione strisci

Il boom dei malati indebitati

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Gli italiani si indebitano per curarsi. Nel 2023 sono stati erogati oltre un miliardo di euro di prestiti per far fronte alle spese sanitarie. Il diritto alla salute, in Italia, non è garantito: il 34,4% di chi guadagna meno di 15mila euro l’anno è stato costretto a rivolgersi a strutture private. Oltre un milione e mezzo di famiglie sono andate in difficoltà economica a causa di spese sanitarie non previste o non adeguatamente coperte dal servizio pubblico. E alle disparità economiche si aggiungono quelle territoriali, con il Sud maggiormente penalizzato. È il risultato di anni di tagli, di liste d’attesa infinite, di un continuo definanziamento, prima a livello regionale e ora anche a livello nazionale, della sanità pubblica in favore di quella privata. Con il Governo Meloni a chi è povero non vengono nemmeno più garantite le cure. Il baratro dei diritti, con tanti saluti alla Costituzione e al principio universalistico della sanità pubblica.

Sui disturbi alimentari un'occasione persa

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“La bocciatura da parte della maggioranza della mozione sul contrasto ai disturbi del comportamento alimentare impensierisce e rattrista”.  Esordisce così Carlo Polvara , Capogruppo dem e proponente del documento, nel commentare quanto accaduto nella seduta del Consiglio Comunale del 26 marzo, e aggiunge: “I numeri presentati nella mozione mostrano una situazione allarmante, di proporzioni drammatiche: un’esplosione di casi dopo la pandemia, in particolare tra i giovani e i giovanissimi. Troppo spesso l’intervento avviene tardi, quando le condizioni dei pazienti sono molto gravi. Si stima che i casi reali siano molti di più di quelli intercettati nei pronto soccorso, negli ospedali e nei centri specialistici”. Entrando nel merito della mozione: “Il documento chiedeva di intervenire presso il governo per ripristinare integralmente il fondo di contrasto a questi disturbi, di sollecitare presso ASST l’implementazione e la promozione di servizi pubblici in merito, di attivare sul territori

Ponte sullo Stretto, i disastri di Salvini

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Salvini vuole cacciare siciliani e calabresi dalle loro case per soddisfare la sua fame di propaganda. Sono previsti, infatti, 450 espropri per la costruzione del Ponte sullo Stretto, la grande opera inutile tanto utile alla campagna elettorale del Ministro dei Trasporti.  Un’opera dal costo altissimo, devastante per l’ambiente, che per essere realizzata dovrà passare dall’occupazione di terre e case con un impatto sociale gravissimo.  Il comitato scientifico ha già bocciato gran parte del progetto, scritto male, insicuro e pensato peggio. Si fermino, prima che sia troppo tardi. Noi continueremo la battaglia al fianco di chi vuole difendere le proprie comunità dalla devastazione salviniana.

Incollati alla poltrona

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Salvini e Santanché, due ministri incollati alla poltrona che non hanno avuto nemmeno il coraggio di presentarsi in Aula.  La destra li salva, bocciando le mozioni di sfiducia, ma sono evidentemente incompatibili con i ruoli che ricoprono: il primo per i suoi legami con la Russia (e non solo), la seconda per le note vicende giudiziarie.  Meloni abbia un sussulto di dignità e dica qualcosa, in gioco ci sono la credibilità e il prestigio delle istituzioni e del Paese.

Una destra in fuga

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Martedì sera scorso, 26 marzo, dopo tre lunghi mesi, si è finalmente riunito il Consiglio Comunale.  Nel corso della seduta il gruppo del Partito Democratico ha presentato una mozione, sottoscritta anche da Brugherio è Tua! e Alleanza Progressista, contro i tagli di Regione Lombardia ai contributi diretti alle persone con disabilità gravi e gravissime.  “Tagli che nei giorni scorsi, dopo tante manifestazioni da parte di associazioni che si occupano del sostegno a queste persone e le diverse proposte fatte dal PD in Consiglio Regionale, sono stati ridotti, ma in misura insufficiente per garantire un’assistenza decorosa alle persone già così provate. Il tutto a partire inderogabilmente dal 1 giugno”. Commenta la Consigliera proponente Silvia Bolgia , che prosegue: “Tagli giustificati con una generica promessa di sostituirli con servizi erogati su progetti da costruire in collaborazione tra Asst, Ats, Comuni e associazioni. Tuttavia le interlocuzioni che avrebbero dovuto, tramite finanzia

Giornata mondiale per l'autismo

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Nella Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo ci uniamo alle richieste dei genitori che ogni giorno, per 365 giorni all’anno, si occupano dei loro ragazzi cercando di rendere la loro vita migliore.  Se la ricorrenza internazionale deve infatti servire ad accrescere le conoscenze e l’attenzione verso i disturbi dello spettro autistico, verso la complessità di questa malattia e verso le necessità di chi la vive, allora è indispensabile che i riflettori “blu” non si accendano per un solo giorno e che piuttosto si creino le condizioni per un sistema di servizi articolato in grado di accompagnare i pazienti e le famiglie alle prese con questa difficile patologia.  Diagnosi precoce, rafforzamento dei servizi per la neuropsichiatria infantile, formazione specifica degli operatori sia sanitari che del mondo della scuola, maggiore integrazione tra sanità e servizi sociali, supporto alle esperienze finalizzate all’inserimento sociale e lavorativo delle persone autistiche: il terreno

Per la chiusura di tutti i CPR

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È  tempo di pretendere la fine della violenza legalizzata che nei CPR vede la punta dell'iceberg e ha la stessa matrice della violenza che insanguina le frontiere europee.  Per questo aderiamo e sosteniamo la m obilitazione per la chiusura di tutti i CPR in programma il 6 aprile dalle ore 15:00 da  piazza del Tricolore a Milano promossa dal comitato NO ai CPR .  Non possiamo pertanto assistere inerti alla moltiplicazione di questi luoghi, né alla loro rimozione forzata dalla visuale della società civile per essere trasferiti altrove e continuare ad operare indisturbati: ne va della tutela dei diritti di tutte e di tutti.

Pesce d'aprile

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*pesce d’aprile, purtroppo. Ma non ci arrendiamo, ogni giorno in più da ministra è un’offesa alle istituzioni del Paese.

Un momento di rinascita e pace

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Buona Pasqua dalla comunità democratica. Che sia di rinascita e pace, per tutte e tutti, ovunque nel mondo.

Grazie Presidente

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato Roberto Salis, padre di Ilaria, per esprimere vicinanza. Un gesto che riempie un vuoto, quello di un Governo Meloni silente e passivo, che non solo non si è fatto vivo con la famiglia ma non sta facendo nulla per tutelare i diritti e la dignità di una nostra connazionale incarcerata in condizioni disumane a Budapest.  Ancora una volta, grazie Presidente.

Il silenzio degli indifferenti

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“Ilaria punita perché donna e antifascista. È stata trattata ancora una volta come un cane”.  Queste le parole, durissime, di Roberto Salis, padre di Ilaria, che fotografano una situazione vergognosa, una totale mancanza di stato di diritto all’interno dell’Unione Europea.  La colpa è, oltre che della giustizia ad uso politico dell’autocrate Orbàn, del Governo italiano: assente, silente, indifferente. Da Meloni e Nordio non una sola parola, da Tajani prese di posizione troppo deboli. Hanno paura di infastidire l’alleato, di difendere una donna antifascista e nel frattempo la lasciano in carcere in condizioni disumane.

Ilaria Salis resta in carcere

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Ilaria Salis resta in cella. Il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria,  presentata dai legali della trentanovenne, in carcere da 13 mesi con l’accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra perché “esiste ancora un rischio di fuga”.  La Segretaria Elly Schlein ha commentato a caldo: “Dopo essere stata portata ancora una volta in Aula catene ai polsi, alle caviglie e guinzaglio, oggi i giudici ungheresi hanno deciso anche di negarle gli arresti domiciliari. Uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, di una nostra connazionale. Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito.”   Dello stesso tenore anche il commento del padre di Ilaria,  Roberto Salis : “I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza. Le catene non dipendono dal giudice ma dal sistema carcerario e quindi esecutivo e il governo italiano può e deve fare qualcosa perché mi

Incompatibile

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È ormai chiara l’incompatibilità della Ministra con qualsiasi ruolo di governo. Ciononostante, Meloni continua a rimanere in silenzio. Le chiediamo di rispondere a una sola domanda: a che ora si dimette Daniela Santanchè?

La realtà oltre la propaganda

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I dati presentati dall’ISTAT ieri ci segnalano un dato allarmante: nel 2023 l’Italia ha raggiunto il record della povertà assoluta, con 5,7 milioni di persone afflitte da condizioni di precarietà.  Ecco l’ennesimo risultato da manuale del Governo Meloni, che, dopo aver affossato il salario minimo e tagliato i fondi a pensioni e alla sanità pubblica, continua a fare la guerra ai poveri invece che alla povertà.

Il PD per il sociale

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Per il Consiglio Comunale di martedì il PD si presenta con due mozioni, che abbiamo già illustrato nelle scorse settimane, che affrontano due grandi questioni sociali.  La prima, presentata dalla Consigliera Silvia Bolgia, riguarda i tagli al fondo disabilità attuati dalla Giunta Fontana e chiede al Sindaco e alla Giunta comunale di farsi promotore presso il Presidente della Regione Lombardia affinché si provveda al ripristino dei sussidi nel loro valore precedente al taglio e a prevedere nel bilancio regionale un incremento delle risorse dedicate al Fondo Sociale.  La seconda, presentata dal Capogruppo Carlo Polvara, chiede all'amministrazione comunale di attivarsi immediatamente per affrontare il grande tema dei disturbi alimentari, più che raddoppiati negli ultimi anni, e chiedere al Governo Meloni di ripristinare il fondo nazionale per la lotta ai disturbi del comportamento alimentare previsto dal Governo Draghi.  Due mozioni dalla vocazione sociale, sottoscritte anche da Brugh

A che ora si dimette Santanchè?

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Sono passati giorni dalla notizia sulle indagini a carico della Ministra Santanchè per truffa aggravata ai danni dello Stato, ma dalla maggioranza ancora nessuna risposta.  È assolutamente inaccettabile che un rappresentante del nostro Paese continui a ricoprire la propria carica dopo accuse di questo genere. Qui è in discussione la credibilità delle Istituzioni e la reputazione dell’Italia, anche a livello internazionale.  Aspettiamo da tempo le dimissioni della Ministra: è evidente ormai a tutti la sua incompatibilità con il suo ruolo.  Quindi, Ministra, a che ora si dimette?