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Il Paese dell’accoglienza

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Spesso ci dimentichiamo che le storie collettive di oggi sono tante storie individuali. Francesco Nicodemo per l'Unità. Settimana dopo settimana scorrono notizie e fatti davanti ai nostri occhi tanto che a volte è impossibile ritrovare il filo delle storie che ci vengono raccontate. Alcune sembrano incomprensibili, come il complicato puzzle dello scenario geopolitico internazionale che, tassello dopo tassello, invece di svelare un quadro chiaro, diventa sempre più indecifrabile. Altre storie ancora sono dolorose come quelle che arrivano dai luoghi di guerra o degli attentati. Il campionario offerto dalla complessità dei nostri tempi è variegato tanto che quello che perdiamo di vista è il fatto che le storie collettive siano fatte innanzitutto di tante storie individuali. E per fortuna non mancano quelle che danno ancora forma alla speranza. A ricordarcelo qualche giorno fa è stata l’Unesco. Lo scorso 19 aprile infatti, la giuria del premio per la pace Félix Houphouët Boigny ha

L’Internazionale progressista

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L’incontro tra il francese Macron e il sindaco di Londra Khan nei giorni in cui parte la Brexit Francesco Nicodemo per l'Unità.tv . La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dall’avvio formale della brexit, l’iter che inevitabilmente porterà il Regno Unito fuori dall’Unione europea dopo 44 anni. Un governo conservatore ne guidò l’adesione, quello di Edward Heath ed un altro governo conservatore sarà ricordato per l’uscita, quello di Theresa May. La foto dello scorso 28 marzo che ritrae quest’ultima mentre firma la lettera che fa scattare l’applicazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, è allo stesso tempo un epilogo e un prologo. È l’epilogo di una vicenda iniziata dopo quel 51,9% a 48,1% del referendum del giugno 2016. È il prologo di circa due anni di trattative che di fatto caratterizzeranno uno scenario inedito. Il comunicato ufficiale del Consiglio europeo afferma che durante i negoziati l’Unione agirà come un soggetto unico per preservare i propri interes

Il linguaggio dell’odio e la comunità globale

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Non si possono sottovalutare le sfide che abbiamo davanti. Costruiamo dei ponti dunque ma cerchiamo di predisporci anche ad attraversarli. Ce lo racconta Francesco Nicodemo sulle pagine de L'Unità.it Giovedì scorso Mark Zuckerberg ha scritto una lettera che ruota intorno al concetto di comunità. Viene infatti detto che il prossimo ambizioso progetto della sua piattaforma sarà «sviluppare infrastrutture sociali che diano alle persone il potere di costruire una comunità globale che funzioni per tutti noi». La globalizzazione ha lasciato indietro alcuni e l’opinione pubblica è divisa tra chi vuole connessioni sempre più forti e chi, al contrario vorrebbe un cambio di rotta. La posizione di Zuckerberg è favorevole all’apertura perché ritenuta in grado di diffondere la conoscenza, la libertà, incoraggiare il progresso e la ricerca scientifica, contrastare la povertà e favorire i processi di pace. Tutto ciò non può essere fatto ragionando in termini di città o nazioni ma costruendo a

La battaglia attorno ai valori dell’America

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Dov’è finita la società cosmopolita e aperta a stelle e strisce?. Francesco Nicodemo per l'Unità . Se vi chiedessi di associare una parola a Trump, quale scegliereste? Per me non sarebbe facile decidere ma di sicuro vi rientrerebbe una di quelle elencate da Steven Poole dalle colonne del Guardian lo scorso 7 febbraio nell’articolo «Tipi “cattivi” e accordi muti – il linguaggio di Trump decodificato». Vi sarebbe quindi quel «bad» come nel tweet dal suo account personale del 4 febbraio «Il giudice apre il nostro paese a potenziali terroristi e altri che non hanno a cuore le migliori intenzioni. Le persone cattive sono molto contente». Bad compare ancora, come in quello del giorno seguente: «Non posso proprio credere che un giudice metterebbe il nostro paese in un pericolo del genere. Se succede qualcosa biasimo lui e il sistema giudiziario. In cui versano le persone. Male!» Il riferimento qui è al braccio di ferro con i giudici che hanno impugnato l’ordine esecutivo restrittiv

Siamo di nuovo in cammino e la meta è sempre quella

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"Non sposteremo di una virgola il nostro impegno per fare dell’Italia un posto migliore" . Francesco Nicodemo ragiona sul futuro dell'Italia e del partito Democratico. Durante la settimana che si è appena conclusa ho ricevuto molti messaggi. Tante persone, più di quante potessi immaginare, hanno sentito il desiderio su messenger, WhatsApp e via mail di scrivermi. Ci penso, penso a tutto quello che è successo, istantanee di vita che scorrono veloci nella mia mente come un flashback continuo, poi ricordo questa frase: “ Sentinella, quanto resta della notte? La sentinella risponde: viene il mattino, e poi anche la notte! ” (Isaia, 21, 11). Rifletto, eppure non riesco ad essere triste. Già, perché sono grato per quello che ho vissuto, per i posti che ho visitato, per le persone che ho conosciuto e per tutte le esperienze che ho maturato. Le conservo gelosamente e mi accompagneranno per molto tempo. Ovviamente mi dispiace per l’Italia perché sono ancora convinto che la r