La sicurezza non si fa con la propaganda

Lo vediamo ogni giorno nei post schizofrenici di Salvini e di altri rappresentanti di Fratelli d’Italia e della Lega. Lo viviamo sulla nostra pelle nelle stazioni, nelle strade, nelle piazze. La destra al governo non ha la minima idea di come affrontare il tema della sicurezza: si riempie la bocca di parole quando accade qualcosa, ma al momento di agire scompare.

Hanno in mano il Ministero dell’Interno. Hanno in mano la sicurezza regionale con l’assessore La Russa. E cosa fanno? Nulla. O meglio: solo promesse. Ricordate gli agenti in più annunciati da Piantedosi per Milano? Non si sono mai visti.

Nel frattempo, non solo Milano, ma tutte le province lombarde vivono la stessa situazione. Come hanno scoperto e ricordato i nostri Consiglieri regionali Simone Negri e Samuele Astuti, nei primi sei mesi del 2025 nelle stazioni lombarde si sono registrati migliaia di reati gravi tra furti, rapine e una media di quattro violenze sessuali al mese.

E chi dovrebbe garantire la sicurezza cosa fa? Attacca i sindaci. Prova a scaricare la responsabilità su chi si trova a gestire problemi reali senza avere strumenti adeguati.

La sicurezza non si costruisce con gli slogan, ma con azioni concrete.

Da tempo il PD ha presentato proposte chiare per le stazioni: più risorse per presidiarle, controlli coordinati con le polizie locali, tecnologie avanzate sui treni. Ma la sicurezza non si ferma lì: servono anche politiche sociali, perché sicurezza significa inclusione, prevenzione, lavoro e comunità più forti. Sicurezza significa anche non avere 23 mila case pubbliche regionali vuote. Uno scandalo tutto lombardo.

Il risultato della destra è sotto gli occhi di tutti: lo leggiamo nelle testimonianze di chi vive le nostre città, viaggia sui nostri treni e frequenta le nostre stazioni.

Questa è una destra dilettante, ferma alla campagna elettorale permanente.

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