Ok a investimenti sulla Difesa, no a tagli sul sociale

Mi sembra che anche Giorgia Meloni abbia smesso di presentare quello dell’Albania come un modello. L’ultima volta che eravamo qua ricorderete che faceva i bilaterali per spiegare le magnifiche sorti e progressive di questo modello. Oggi invece è chiaro che è un disastro, è un fallimento, è inumano dal punto di vista del rispetto dei diritti delle persone ed è uno spreco ingente di risorse degli italiani. 

Lo citavo l’altro giorno quando c’è stato un ennesimo caso di cronaca molto preoccupante. È stato ucciso un ragazzo molto giovane, 19 anni, davanti alla stazione di Tortona per un monopattino. Allora magari invece che mandare centinaia di esponenti delle forze dell’ordine a badare ad una prigione vuota in Albania, si mandino dove manca organico. 

Gli investimenti sulla sicurezza non devono togliere alcunché alla spesa sociale. Quello che noi chiediamo è che il Next Generation EU e non sia una parentesi, ma sia strutturalmente una risposta rafforzata e anticipata preventiva anche rispetto agli eventuali dazi di Trump. Siamo a favore di una difesa comune ma il punto è come farla davvero, superando quella che fin qui è stata la mancanza di volontà politica degli Stati di mettere in comune le competenze ma pure gli investimenti che servono sulla ricerca e sullo sviluppo. Insomma una difesa che sia davvero comune

Oggi al vertice dei socialisti abbiamo ribadito che serve un fondo europeo per l’automotive. Domani ci saranno anche qui le mobilitazioni dei sindacati preoccupati rispetto alla crisi di questo settore che non è soltanto una crisi italiana è una crisi europea. E se è una crisi europea serve un fondo europeo l’abbiamo messo in campo sugli ammortizzatori sociali durante la pandemia. Oggi il settore dell’auto è in difficoltà, non va lasciato da solo, va accompagnato mano nella mano all’innovazione per non issare bandiera bianca rispetto alla competizione con la Cina o con altri grandi player. 

Mi chiedo se Giorgia Meloni si sia chiesta cosa ci faceva da sola da Trump, perché è evidente che tra essere amici e essere funzionali a un disegno di disgregazione dell’Europa il passo è breve. Chi vuol fare l’interesse dell’Italia oggi deve puntare all’unità europea, al superamento dell’unanimità in UE, a un grande piano di investimenti comuni che è una risposta che deve anticipare i dazi di Trump. Non aspettiamo i dazi di Trump

Abbiamo bisogno di supportare l’Ucraina, l’abbiamo sempre fatto ma abbiamo bisogno anche di un’iniziativa diplomatica e politica dell’Unione europea e ne abbiamo tanto bisogno. Tanto più che sentiamo le dichiarazioni di Trump. Non sappiamo cosa accadrà nel 2025, ma persino Zelensky dice che spera che sia l’anno in cui questa guerra finisce. Serve dunque un’iniziativa politica e diplomatica dell’Unione Europea perché l’Europa non si può sedere al tavolo negoziale da ospite

L’Europa si trova di fronte ad un bivio o sarà in grado di puntare sulla sua autonomia strategica, oppure rischia di essere cancellata. Questo è il motivo per cui oggi qui ho posto una questione all’Unione Europea: per come la conosciamo oggi non ha gli strumenti adeguati per rispondere alle nuove sfide bisogna dunque superare il principio dell’unanimità

Elly Schlein

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