Se è precaria la scuola, è precario il futuro del Paese
I docenti vanno pagati meglio, visto che oggi sono tra i peggio retribuiti del mondo sviluppato. Se è precaria la scuola, se è precaria la ricerca, è precario il futuro del Paese.
A certificarlo non è l’opposizione ma l’Ocse, con il rapporto "Education at a glance", e cioè una delle fonti più autorevoli sullo stato dell’istruzione nel mondo.
Lo studio conferma il basso investimento italiano nell’istruzione, 4 per cento del Pil, addirittura un punto sotto alla media OCSE, e un intollerabile divario di genere sugli stipendi per cui le giovani donne laureate guadagnano il 58 per cento in meno dei coetanei uomini, che secondo lo studio è il più grande divario retributivo dell’area OCSE.
Questo governo non crede nel futuro del Paese. Bisogna ridare ai docenti dignità sociale. Non è solo una questione di qualità didattica, è democrazia. L’istruzione pubblica è la prima grande leva di emancipazione sociale, le diseguaglianze si contrastano dai primi anni di vita. L’Italia è già troppo divisa, altroché autonomia differenziata. Quest’ultimo provvedimento darà alla scuola del Paese un colpo letale.
Il Ministro dell’Istruzione ha chiuso un contratto triennale che era fermo da anni e sostiene che firmerà il prossimo entro il 2024. Chiedo uno sforzo economico maggiore, già nella prossima manovra, ma la verità è che il governo Meloni ha fatto due manovre dimenticando scuola e diritto allo studio.
Il PD ha una proposta di legge per contrastare il carovita scolastico: libri di testo gratuiti per tutti nelle scuole secondarie e controllo dell’andamento dei prezzi nell’editoria scolastica. Si fatica a capire il senso degli ultimi aumenti. Ci sono famiglie che contano il numero di matite e di quaderni, prima di passare in cassa. Noi investiremo 500 milioni di euro l’anno.
Il Governo Meloni ha messo 4,3 miliardi sulla riforma Irpef e ha ottenuto un risparmio di 15 euro al mese per famiglia. Quella stessa stessa famiglia, probabilmente, preferirà non versare 500 euro per i libri scolastici.