Europa troppo a destra, saranno anni difficili
Di certo non siamo soddisfatti di questa Commissione, più conservatrice di prima anche a causa dei governi che hanno espresso le nomine. Saranno anni difficili, non bisogna perdere le innovazioni arrivate dopo la pandemia: noi su questo vigileremo. Difenderemo le nostre priorità e non ci faremo dare per scontati mai.
Valuteremo attentamente deleghe e portafogli, ma alcune scelte sono errori evidenti, come l’uscita di Nicolas Schmit, il Commissario al lavoro che il gruppo Socialisti e Democratici avevano candidato alla presidenza. Non c’è più uno specifico commissario al lavoro e l’Italia perde il portafoglio all’economia che rimane sotto Dombrovskis, considerato un falco: dovremo batterci molto per difendere la prospettiva di investimenti comuni europei. Sull’immigrazione poi c’è il Popolare austriaco Brunner, ma noi insisteremo sulla solidarietà e l’accoglienza tra Stati.
Guardare con ottimismo ai futuri anni di lavoro in Europa è difficile, ma ci sono anche degli aspetti positivi: la scelta del socialista danese Dan Jorgensen all’energia, che è una battaglia per noi prioritaria, e il portafoglio robusto su Green Deal e concorrenza a Teresa Ribeiro, una persona di tenacia e competenza che le servirà tutta in questa Commissione.
Per quanto riguarda Raffaele Fitto, che ottiene una delle sei vicepresidenze esecutive e le deleghe a coesione e riforme, useremo le audizioni senza fare alcuno sconto per verificare la sua adeguatezza al compito. Non è più il portafoglio economico, ma anche le politiche di coesione sono importanti per l’Europa e per il nostro Paese: speriamo che gestisca il PNRR meglio lì di quanto ha fatto in Italia.
Il voto si esprime sulla Commissione nel suo insieme, e noi useremo tutto il nostro peso nel processo delle audizioni per assicurarci che le priorità della prossima Commissione corrispondano a quelle che abbiamo indicato a Ursula Von der Leyen.
Elly Schlein