In Europa investimenti comuni e piano industriale

La priorità per il PD sono gli investimenti comuni europei, che devono proseguire. Il Next Generation Eu è l’idea di un piano industriale europeo che serve anche all’Italia perché il governo Meloni non ha un piano industriale e allora tocca a noi rimboccarci le maniche per proporre le politiche che servono in questo momento anche nel nostro Paese”. Apre così la Segretaria Elly Schlein, la sua intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera

Spiega perché insiste su questo: “Le destre nazionaliste alleate di Meloni e Salvini non hanno mai creduto negli investimenti comuni e oggi lavorano per fermarli, ma il nostro Paese ne ha bisogno. Noi abbiamo una vocazione industriale, i saperi degli artigiani, le intelligenze delle maestranze, quello che non abbiamo è un margine fiscale come quello che ha la Germania, che con le sue risorse ha messo in campo politiche industriali poderose su nuove filiere strategiche”. 

Pensa alle rinnovabili, alle batterie, ai chip: “L’Italia non può restare indietro. Il Green Deal non è meno industria, è un tipo di industria diversa in cui l’Italia può tornare a fare da guida come ha sempre fatto. Il punto è ottenere gli investimenti comuni che servono ad accompagnare le imprese, i lavoratori e gli agricoltori nell’innovare i processi e le competenze per trovare un equilibrio con il pianeta e ridurre le diseguaglianze. Gli investimenti comuni sono dirimenti per restare competitivi con gli Usa e la Cina altrimenti perdiamo un treno. E non ce lo possiamo permettere”. 

A proposito delle elezioni legislative francesi, la Segretaria spiega: “È stato un voto fondamentale innanzitutto per i francesi che hanno risposto con una partecipazione senza precedenti. Una cosa straordinaria, tanto più se pensiamo che noi in Italia affrontiamo invece un astensionismo altissimo. La vera sorpresa è stata la netta affermazione del Nuovo Fronte Popolare, anche grazie alla desistenza con Macron”. Sulle esortazioni a replicare l’esempio francese, però, avverte: “Non dobbiamo essere alla ricerca di modelli. Dobbiamo invece continuare il lavoro di ascolto che abbiamo fatto in tutti i territori in questo anno e mezzo. È il tempo anche in Italia di costruire l’alternativa che batta queste destre, che, però, va costruita sui ‘per’ molto prima che sui ‘contro’. Dobbiamo costruire già da ora un’agenda alternativa a quella del governo”. 

Costruire per, non solo contro. Superando e facendo sintesi delle distanze, rispettando le differenze sui temi, a partire dall’Ucraina, in un fronte che va da IV al M5S: “È chiaro che abbiamo delle differenze, altrimenti staremmo nello stesso partito. Le coalizioni, per definizione, si fanno tra diversi, però sono tante le questioni su cui possiamo mettere insieme le forze e sulle altre si dovrà cercare un punto di equilibrio, un compromesso. E il risultato delle Europee consegna al PD la responsabilità di fare da perno della costruzione di questa alleanza”. 

Veramente non esprimerete un vostro membro del CdA Rai? “Non abbiamo chiesto a nessuno di candidarsi. Io quando dico che serve una riforma che renda la Rai indipendente dai partiti lo dico sul serio. La Rai non è più uno strumento di servizio pubblico, è uno strumento di propaganda del governo. Hanno occupato la Rai con una furia ideologica e senza nessun criterio aziendale”, conclude Schlein.

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