Meloni ha un problema con il corpo delle donne

Diritto all’aborto: il Governo Meloni ha un problema con il corpo delle donne. 

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano rivendica con  orgoglio, sulla stampa, la contrarietà di Fratelli d’Italia - espressa al Parlamento Europeo - all’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali UE. 

Una posizione che esprime, ancora una volta, l’Italia peggiore in Europa. Giustifica la scelta, spiegando che il loro no serve per “rispettare la sovranità degli Stati sui nuovi diritti”, difendendo Paesi che vietano l’aborto, come Malta. Ma visto che in Italia questo diritto è garantito dalla legge 194, purtroppo solo in teoria, visto che oltre il 60% dei medici si avvale dell’obiezione di coscienza per non praticarlo, l’unica sovranità che viene da pensare voglia attuare è quella di poter cancellare la 194 o limitare ulteriormente la sua attuazione. 

A queste dichiarazioni, inaccettabili, va sommato che l’unico intervento sulla sanità pubblica del Governo Meloni - oltre al taglio di 1,2 miliardi dai fondi del Next Generation EU - è stato l’emendamento nascosto dentro al decreto PNRR per far entrare esponenti delle associazioni anti-abortiste nei consultori, anziché preoccuparsi del fatto che i servizi rivolti alla ragazze e alle donne sono già pochi e carenti di personale. 

Chiediamo quindi che Giorgia Meloni chiarisca subito se la posizione di Mantovano - l’ennesimo uomo che specula sulla libertà e il corpo delle donne - è quella del Governo, perché per noi l’aborto è un diritto fondamentale da sancire in tutta l’Unione Europea, e non può essere l’Italia a giustificare gli Stati membri con posizioni retrograde. 

Se l’intenzione del Governo è quella di fare passi indietro su una conquista fondamentale, ci troveranno a difenderla in Parlamento e in ogni piazza.

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