Verità e giustizia su Cutro

È passato un anno dal naufragio di Cutro. A pochi metri dalle coste italiane morirono almeno 94 persone, tra cui 35 minori. 

Il Governo rispose con disumanità a quella tragedia, varando il “Decreto Cutro” che smantella l’accoglienza diffusa e rende impossibili i salvataggi in mare. Tutto il contrario di ciò che servirebbe per salvare vite umane. 

“Non possiamo cancellare dalla mente le immagini devastanti del naufragio di Cutro: i cadaveri sulla spiaggia, il legno blu del barcone che è diventato una croce, le scarpette sulla sabbia, i fiori lasciati dagli abitanti. Cosa è cambiato dopo l’orrore di un anno fa? I sopravvissuti combattono ancora per i permessi di soggiorno o per riunirsi a quello che resta delle loro famiglie dopo avere lottato anche per il rientro in patria delle salme dei loro cari”. Lo afferma, in una nota, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Franco Iacucci, del PD. 

“Molti di quei migranti morti nel naufragio di quella notte terribile – aggiunge – sono rimasti senza nome. Vincenzo Luciano, il pescatore che per primo è arrivato sulla spiaggia di Steccato, pensa ancora al bambino che non è riuscito a salvare. Il naufragio di Cutro rappresenta una ferita ancora aperta, un trauma collettivo”. 

A ricordare quella strage, a omaggiare quei morti, dopo un anno, sulla spiaggia di Cutro è andata la Segretaria Elly Schlein. “Come è stato possibile che queste 94 persone siano annegate nonostante le segnalazioni, come è stato possibile vedere 34 bambini annegare, come è stato possibile che non siano usciti i mezzi piú adeguati per salvarli?” ha detto Schlein, aggiungendo “è molto doloroso dopo un anno dover fare ancora queste domande”. 

La segretaria Schlein, al corteo della rete 26 febbraio, ha ricordato gli impegni non mantenuti dall’esecutivo. “Siamo qui – ha detto – per chiedere verità e giustizia e perché dal governo non sono ancora arrivate risposte” su quanto accaduto quella notte tra il 25 e 26 febbraio dello scorso anno e per chiedere di “mantenere le promesse fatte ai superstiti e ai familiari delle vittime”. 

Continuiamo a chiedere verità e giustizia per le vittime.

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