Il grande esodo dalla sanità pubblica

L’esodo dalla sanità pubblica colpisce gli italiani da nord a sud. 

A Palermo è fuga di medici dai reparti ortopedici, a Bologna mancano gli oculisti per gli ospedali periferici, è sempre più difficile trovare chirurghi per le sale operatorie del nord, dove il personale lamenta doppi turni continui e disumani. Una situazione aggravata dalla scarsità strutturale di infermieri che spesso impedisce servizi adeguati. 

L’allarme, drammatico, arriva ad esempio da Fabio De Iaco, primario a Torino e Presidente della società italiana di medicina di urgenza: “C’è esasperazione. Chi può scappa. Ci sono posti dove lavora solo il Direttore con l'aiuto dei medici gettonisti”. 

Una situazione prossima al collasso, con il rischio concreto che il diritto alle cure venga negato a milioni di italiani che non possono permettersi i circuiti privati. È necessario fare più assunzioni per garantire servizi e ricambio nelle strutture, e aumentare le retribuzioni togliendo i tetti di spesa per il personale. Un Governo serio affronterebbe questo tema come prioritario. 

La destra invece cosa fa? Taglia sul pubblico e favorisce, nelle Regioni in cui governa, i privati. Con la Manovra una nuova mannaia sulla sanità, in un momento in cui servirebbero investimenti urgenti. La faccia, spietata, della maggioranza: non hai i soldi? Non ti curi. Con tanti saluti alla dignità delle persone e del personale sanitario. 

Elly Schlein

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