Il centrodestra nega il patrocinio al Brianza Pride

Il 26 maggio, in Consiglio Provinciale, la maggioranza di centrodestra ha bocciato la mozione del gruppo Brianza Rete Comune che chiedeva un impegno dell’Ente a sostegno della manifestazione in programma a Monza il prossimo 4 giugno. 

C’è rammarico e disappunto soprattutto per non aver ricevuto argomentazioni valide a sostegno di tale scelta. Sostenere che nel 2019 la Provincia non avesse patrocinato l’evento non giustifica la decisione rispetto alla richiesta arrivata quest’anno da parte degli organizzatori. Se una cosa non si è fatta finora, non significa che non si possa mai fare: è un’occasione mancata. 

Il Consiglio Provinciale si è preso un impegno a lavorare per la stesura di un documento congiunto per portare avanti tematiche legate alle discriminazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. 

Da parte di Brianza Rete Comune c’è la massima volontà e disponibilità purché si tratti di un lavoro che abbia risvolti concreti e non sia solo una scusa per scansare un problema. Già l’anno scorso il centrodestra aveva bocciato la proposta di adesione alla rete READY, rimandando ad altre attività da portare avanti. Non c’è stato finora nessuno sviluppo concreto. 

“Il prossimo sabato 4 giugno si svolgerà a Monza il 'Brianza Pride' organizzato dall’associazione Brianza oltre l’arcobaleno BOA, evento a cui aderiranno e parteciperanno diverse associazioni, movimenti e organizzazioni del territorio provinciale di Monza e Brianza.” commenta il Capogruppo Vincenzo Di Paolo. 

“Gli organizzatori hanno inviato una richiesta di patrocinio al nostro Ente e a tutti i Comuni della Provincia. Sappiamo che molti Comuni hanno già aderito concedendo il proprio patrocinio. 

Orgoglio brianzolo. Possiamo partire da qui, dal titolo della manifestazione, per capire le ragioni dell’importanza di concedere il patrocinio come istituzioni territoriali. 

Il Pride nasce come occasione di rivendicazione, da parte della comunità LGBT+, della propria identità. Di fronte alle violenze subite, emerge il coraggio di chi dice: non voglio nascondermi, non voglio scappare, io esisto. 

Nel tempo però il Pride si è trasformato, diventando un contenitore inclusivo di istanze di diverso tipo. Battaglie diverse, per la rivendicazione dei diritti, non solo della comunità LGBT+, ma di tutti. L’intersezionalità di questo tipo di manifestazione raccoglie le istanze del femminismo, dell’antirazzismo, le lotte contro la violenza, gli stereotipi di genere. Insomma, tutte le battaglie contro le discriminazioni. 

Alla base c’è sempre questa idea: io esisto, guardami. E come ci sono io, ci sono tanti. Persone che hanno rivendicazioni diverse, unite semplicemente dalla volontà di esprimere la propria libertà. L’orgoglio brianzolo è l’impegno a tutela della dignità di ciascuno. Dignità. Che è il diritto di avere diritti. 

È per questo motivo che il sostegno delle istituzioni locali a una manifestazione di questo tipo si fa importante e doveroso. Se cerchiamo di non leggere con la superficialità di chi giudica soltanto l’aspetto esteriore (che ha anche una componente provocatoria e dissacrante, propria di qualsiasi manifestazione di piazza) ma riusciamo ad andare alle radici, vediamo come questo evento ci riguardi da vicino, in quanto siamo espressione della rappresentanza istituzionale che ha, tra i suoi compiti, quello di garantire una piena tutela dei diritti di tutti, promuovendo una cultura dell’inclusione e del rispetto delle differenze. 

Una cultura del rispetto che purtroppo non è ancora pienamente diffusa e realizzata. I dati di ricerca e le analisi che periodicamente fotografano il nostro contesto sociale ci presentano un aumento di casi ed episodi di discriminazione. C’è un clima di violenza montante che colpisce la vita reale di molte persone. Una violenza che si manifesta in modi diversi, talvolta subdoli, in diversi ambiti, a partire da quello familiare, lavorativo, scolastico, e che sfocia spesso in aggressioni fisiche. 

La piramide dell’odio vede in cima le violenze legate a motivi etnico-razziali e all’orientamento sessuale o identità di genere. Stereotipi e pregiudizi si traducono in una vera e propria conflittualità. Persone inseguite per strada, ragazze e ragazzi costretti a terapie riparative, coppie che vengono picchiate e massacrate di botte perché colpevoli di tenersi per mano o scambiarsi un bacio pubblicamente. 

Sul tema dei diritti, possiamo accettare che ci siano diversi orientamenti di pensiero, maggiori o minori aperture o condivisioni, però oggi, nel 2022, nessuno può più accettare che due persone che si baciano per strada costituiscano un problema. 

C’è poi tutta la violenza sommersa, che non vediamo perché non esce dalle mura di casa. E c’è tutta la violenza interiore che soprattutto i più giovani sono costretti ad affrontare per il contesto familiare e sociale che non li rende pienamente liberi di esprimere se stessi e i propri affetti. Una condizione che limita la propria realizzazione e il desiderio di felicità, che alla fine è quanto ciascuno di noi ricerca nella vita. 

Le bandiere arcobaleno che caratterizzeranno il Brianza Pride ci ricordano che il mondo non è tutto bianco o tutto nero. Ci sono un sacco di sfumature. Non possiamo pretendere di etichettare tutto, di classificare tutto e metterlo al posto giusto. Non esiste il posto giusto. Esiste il posto in cui poter essere felici.” 

E conclude: “L’orgoglio brianzolo, allora, è accogliere, rispettare, esplorare le diversità. E lavorare perché ciascun individuo possa trovare quel posto in cui essere felice ed essere pienamente libero di esprimere la sua personalità.”

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