Una pace giusta deve essere l'obiettivo dell’Europa

“La grande spinta per la pace che viene dagli italiani e dagli europei è una ricchezza, ma è altrettanto chiaro che di fronte all’aggressione ingiustificata di un Paese sovrano alle porte dell’Unione Europea, è inevitabile agire per consentire a questo popolo di difendersi da un attacco militare e intervenire per dare immediati aiuti umanitari. La priorità oggi è la pace e a questo lavoriamo, senza dimenticare le responsabilità di Putin”, così Brando Benifei, Capodelegazione PD al Parlamento Europeo, nella sua intervista a Il Riformista

Continua: “Ogni passo verso un impegno militare diretto è un passo che ci allontana dalla pace, perciò abbiamo il dovere di continuare a spingere per una ripresa immediata dei negoziati e al contempo impedire che a questo tavolo l’Ucraina arrivi smembrata e annientata dall’azione militare russa” e aggiunge: “Zelensky è consapevole del fatto che dovrà concedere qualcosa per arrivare a una soluzione che salvaguardi l’autonomia e la sovranità dell’Ucraina, ma una resa non è possibile e sarebbe inaccettabile pensarlo.” 

“L’Europa, insieme alla grande parte degli Stati del mondo, ha reagito in modo compatto dopo che i calcoli di Putin sull’Ucraina si sono rivelati pesantemente errati: l’Unione si è mostrata finalmente unita, con sanzioni nette e con il sostegno fattivo all’Ucraina, insieme alla scelta di aprire ai profughi con la direttiva per la protezione temporanea speciale, ma deve ancora ricorrere a estenuanti vertici come quello di Versailles, per cercare di prendere le decisioni più complicate sull’unione dell’energia, della difesa e per raccogliere le ingenti risorse necessarie. Per questo parlare di come costruire l’unità politica degli europei, superando il sistema dei veti in politica estera e fiscale, è discutere di un argomento di assoluta attualità.” 

Benifei chiude: “Questo conflitto, prima latente e poi esploso con la ingiustificabile aggressione russa, vedeva all’inizio l’Europa in un ruolo secondario nonostante gli sforzi diplomatici, mentre oggi riuscire a costruire una pace giusta nel più breve tempo possibile è diventato un impegno che riguarda fino in fondo l’anima e il futuro del progetto europeo.” 

Intervista integrale su Il Riformista

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