Ucraina, tacciano le armi e si torni a negoziare per la pace

“L’obiettivo per noi resta far tacere le armi e tornare al negoziato in qualsiasi formato, in qualsiasi luogo e con la priorità assoluta di salvare vite umane. Sottolineo però che tra noi europei deve esserci massima solidarietà anche sull’accoglienza. Così Enzo Amendola, Sottosegretario agli Affari Europei in una intervista al Corriere della Sera

“L’aumento delle spese militari in Italia non è una corsa al riarmo, ma ha l’obiettivo di dare strumenti nuovi alla politica estera e di difesa comune europea e all’alleanza NATO. Abbiamo bisogno di investimenti per affrontare per esempio nuove minacce come quelle legate allo spazio o alla sfera cyber e per aumentare le missioni di pace”, e aggiunge: “Gli accordi internazionali da rispettare e gli aumenti degli investimenti militari fatti finora dalla maggioranza fanno sperare che anche su progetti che hanno valenza storica, come la costruzione della difesa europea, nessuno si tiri indietro.” 

“L’autocrazia di Putin sta destabilizzando gli equilibri di pace nel mondo. La sua aggressione alla sovranità ucraina è un atto di guerra all’Europa, alla comunità internazionale e ai Paesi liberi. Questo è quello che conta. Alla sua volontà di potenza, l’alleanza che sostiene Kiev deve rispondere con la forza dei propri valori e con la razionalità della politica. L’isolamento economico e politico di Putin è un dato di fatto, come lo è la crescente avversione alla guerra anche in Russia.” 

Il Sottosegretario prosegue: “All’ultimo Consiglio UE abbiamo pianificato una strategia per liberarci dal giogo degli idrocarburi russi. I 27 hanno chiesto alla Commissione di vagliare tutte le opzioni: acquisti e stoccaggio comuni, tetto sul prezzo del gas e interconnessioni. Anche l’Italia deve svegliarsi da un lungo torpore: investimenti sulle rinnovabili grazie al PNRR, diversificazione delle fonti e rigassificatori. Paradossalmente la guerra di Putin ci spinge ad accelerare sulla transizione ecologica.” 

Intervista integrale sul Corriere della Sera

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