Dall'Ucraina all'energia: serve l’Europa Politica

“Un intervento ben calato nella realtà, preciso nella denuncia, molto equilibrato nelle richieste e forte nel sottolineare la sintonia tra i due Paesi e i due popoli. M’avessero chiesto qualche giorno fa quale discorso dovesse fare Zelensky alle Camere, avrei detto: questo”, inizia così, parlando dell’intervento del Presidente ucraino, il Segretario Enrico Letta nella sua intervista a la Repubblica

“Zelensky ha tenuto il giusto tono istituzionale, rappresenta la conferma che le leadership possono fare la storia. Zelensky ha deciso di mettere a rischio la sua vita e ha scomposto i piani di Putin, che aveva scommesso su una resistenza ucraina di pochi giorni. Oggi il Parlamento ha dato un tributo a una personalità che ha cambiato il corso della storia.” 

E spiega: “Non c’è nessun bellicismo né mio né del PD, la nostra preoccupazione è aiutare i profughi e arrivare alla pace. Siamo pacifisti, ma certo non saremo mai come i caschi blu di Srebrenica, gente che si gira dall’altra parte mentre c’è un massacro. Sappiamo assumerci le nostre responsabilità quando necessario, come ha dimostrato la piazza di Firenze, citata da Zelensky. Il PD è ovunque si chieda la pace, senza facili manicheismi, ma con una linea chiara.” 

Per quanto riguarda le assenze in Aula di molti parlamentari, Letta argomenta: “Mi ha colpito molto il numero delle assenze. Al di là della posizione sconcertante di chi non condanna l’aggressione russa, dobbiamo interrogarci sul fatto che un terzo dei parlamentari abbia ritenuto di non dover partecipare. Conferma che nel Paese esiste un’area non irrilevante che ritiene che la colpa della guerra non sia di Putin. Ma non ho nessun dubbio sul posizionamento del M5S. Vedo quello che dicono e fanno Conte nel partito e Di Maio al governo.” 

“Anche la destra era in aula, ha applaudito. Siamo nella fase in cui i fatti contano più delle parole. Serve un’Italia coesa per fare in Europa le mosse necessarie.” 

Letta continua: “Ora bisogna fare l’Europa Politica per davvero. Il vertice di questa settimana deve mettere la basi per un balzo. E serve una decisione indispensabile, il tetto al prezzo del gas a livello europeo, che per il suo valore strategico equivale al Next Generation EU. Una scelta per calmare subito e in prospettiva i prezzi dell’elettricità ed evitare la bancarotta di famiglie e imprese. Senza tetto, metteremo solo cerotti. Mi auguro che il 9 maggio, al termine della Conferenza Europea, venga lanciata subito la Convenzione per cambiare i trattati, eliminando l’obbligo dell’unanimità e il diritto di veto. Servono misure per evitare che le parti deboli della società vadano in sofferenza, che si tradurrebbe in rifiuto della solidarietà agli ucraini e in terreno fertile per la propaganda russa.” 

“Una cosa comunque è chiara: Putin ora è come Assad o Kim Jong-un, si è autoescluso dal consesso internazionale, non è più presentabile e non tornerà mai a esserlo”, conclude il Segretario dem. 

Intervista integrale su la Repubblica

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