Salario minimo per fronteggiare il lavoro povero

“Abbiamo un’occasione che è la direttiva europea sul salario minimo. Dove si dirà che ogni Paese dovrà decidere se affidarsi alla contrattazione, avere un salario minimo o combinare i due strumenti. Io credo sia importante difendere la contrattazione come strumento di difesa dei diritti dei lavoratori, ma oggi bisogna prendere atto che non funziona come in passato. C’è stata una crescita di contratti pirata. E quindi non può esserci un veto. Se ne esce o rafforzando la contrattazione con regole sulla rappresentanza, oppure lo strumento che resta è il salario minimo. Che può essere la risposta specie per ambiti meno sindacalizzati. È urgente trovare un accordo mentre si investe con il PNRR, poiché si rischia che poco o nulla finisca nei salari dei lavoratori. Così Andrea Orlando in una intervista a La Stampa

La ripresa va caratterizzata da un aumento del lavoro stabile. Alla luce di investimenti sul fronte della formazione, serve un confronto per superare le forme contrattuali che hanno prodotto elementi di precarietà esasperata. Il primo segnale lo abbiamo dato contrastando, con la legge di bilancio, l’abuso dei tirocini. Questa giungla contrattuale ha avuto impatti sociali molto forti, soprattutto per le giovani generazioni.”

Orlando si sofferma anche sull’aumento dei contagi. “Per battere il Covid servono misure più dure: obbligo vaccinale o lockdown per chi non si vaccina: esprimo un’opinione personale che non impegna il governo, ma è evidente che vi sia un ritorno del Covid, malgrado sia dimostrata un’efficacia del vaccino nel contenerlo e nel contenere i suoi effetti. Mi spiego: bisogna prendere in considerazione l’ipotesi di limitare la circolazione delle persone che non hanno la protezione, che rischiano dimettere sotto pressione il sistema sanitario.” 

Sulla partita del Colle, il Ministro aggiunge: “Bisogna lavorare su una presidenza di garanzia che non produca dei traumi: se a fronte della pandemia, si aprisse una conflittualità tra le forze politiche, si rischierebbe di produrre un ulteriore danno al Paese. Serve un presidente che consenta a un campo più largo possibile di sentirsi garantito. Tanti nomi hanno i requisiti potenziali ma candidature di parte non aiutano.” 

Orlando conclude parlando del ruolo del PD: “Deve continuare a essere una forza che si pone il problema di garantire l’interesse nazionale in una fase così difficile. Ed è giusta l’insistenza con cui Letta chiede di costruire una larga convergenza.” 

Intervista integrale su La Stampa

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