La medicina territoriale in crisi


Per aiutare gli ospedali bisogna riuscire a curare e assistere i malati a casa e questo lo si fa con i medici di medicina generale, con le USCA e con gli infermieri di famiglia. 

In ospedale ci deve andare solo chi ha bisogno. 

Oggi la medicina territoriale lombarda è debole e insufficiente e in sua assenza, ancora una volta sta arrivando il privato. È successo con i tamponi, poi con i vaccini, ora anche con l’assistenza telefonica, la visita di un medico e la diagnostica a domicilio. 

La Regione deve trovare i medici che mancano incentivandoli e supportandoli. Le USCA vanno portate al livello indicato dal governo, anche reclutando i neolaureati e gli specializzandi. Tutti devono poter contare su strumenti di telemedicina e le disponibilità del privato sull’assistenza domiciliare vanno ricondotte nelle attività del servizio di sanità regionale. 

Solo così riusciremo ad affrontare la seconda ondata e, soprattutto, a farlo senza lasciare nessuno indietro. 

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