Solo con Matteo Renzi si può andare avanti sui diritti

A pochi giorni dalle primarie del Partito Democratico che si terranno domenica 30 Aprile, ospitiamo alcuni interventi a sostegno delle candidature di Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano.


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Il congresso del Partito Democratico deve essere un’occasione vera per rilanciare non solo proposte ed idee ma anche spazi di confronto e di discussione

L’approccio ideologico con il quale sono stati trattati i temi delle libertà e dei diritti civili ha impedito per trent’anni l’avvio di una stagione di riforme: grazie alla volontà del governo di Matteo Renzi quel muro è stato finalmente abbattuto, consentendo l’approvazione della legge sulle Unioni civili.

A partire da questa considerazione, ogni appello al confronto ed alla necessità di una sintesi condivisa da tutti, all’interno e all’esterno del Pd, è sempre ben accetto poiché tende a creare finestre di dialogo su questioni fondamentali della vita quotidiana di ogni persona.

Tutto questo anche a dispetto di chi li considera una bandiera da usare a piacimento: i diritti sono un patrimonio di tutti a prescindere dai partiti o dalle opinioni politiche di ciascuno.

La crescita dell’Italia è, infatti, al contempo civile ed economica proprio perché le società inclusive sono anche quelle che creano le maggiori opportunità di lavoro e di progresso. Il Partito Democratico, che è partito “pensante”, ha nel proprio dna il confronto tra culture differenti e dalla cui sintesi devono risultare innovazioni sociali pragmaticamente rispondenti ai bisogni di tutti i cittadini.

Con il chiaro orizzonte di un’Europa che non dimentica le proprie radici culturali che, invece, forniscono una risposta di senso di appartenenza ad una vera grande comunità: dallo “ius soli” alla riforma della filiazione e delle adozioni, concepita nell’esclusivo interesse superiore del figlio o del minore – soggetto e mai oggetto di diritti – , da una equilibrata legge sul fine vita alla gestazione per altri sino alla lotta contro ogni forma di odio e di violenza motivati dal genere, dalla razza, dalla fede, dalla lingua, dall’orientamento sessuale o da qualsiasi altra condizione personale.

Abbiamo ragionato – come “Diritti in cammino” – nei termini di un riformismo che unisse queste necessità, proponendo il superamento di strumenti amministrativi consumati dal tempo e dalle polemiche – come il caso dell’Unar – per rilanciare, attraverso un’Agenzia indipendente per le libertà ed i diritti, politiche attive di contrasto ad ogni forma di discriminazione e di garanzia di pari opportunità per ciascuno, con un approccio europeo e pragmatico.

Il congresso del Partito Democratico deve, perciò, essere un’occasione vera per rilanciare non solo proposte ed idee ma anche spazi di confronto e di discussione. L’obiettivo di questa agorà è di dare forza all’articolo 3 della Costituzione, allargando le libertà e fortificando la dignità delle singole persone, portando non solo l’Italia nell’Europa dei diritti ma rilanciando, al contempo, il fondamento ideale dell’Unione.

Quei valori di libertà, eguaglianza e solidarietà scritti nella Storia del vecchio continente che, oggi più che mai, ha bisogno di costruire il proprio futuro.

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