Emiliano: “Non darò le chiavi del partito a Renzi”
Iniziamo oggi una breve panoramica dei candidati alla segreteria del Partito. Si vota il 30 aprile.
Il governatore della Puglia e candidato alla segreteria Pd incontrando la stampa estera: “Se mai io diventassi segretario o non faccio il premier o, se divento premier, lascio la segreteria”
Continua la campagna elettorale per la segreteria del Partito democratico. Oggi Michele Emiliano ha incontrato la stampa estera a Roma e nel corso del colloquio ha spiegato le ragioni della sua candidatura. Il governatore pugliese ha spiegato che la sua candidatura “serve per evitare che il Pd si presenti alle elezioni con una leadership azzoppata o frutto dell’establishment… Allora sì che noi rischieremmo di perdere le elezioni”. Per Michele Emiliano Matteo Renzi ” chiede di nuovo le chiavi della macchina del Pd” e ribadisce che lui non gliele vuole dare “perché temo vada a sbattere”.
Non si sottrae ai due casi che nella scorsa settimana hanno acceso il dibattito all’interno del Pd, e non solo, vale a dire il caso Consip e lo scandalo tessere. Per quanto riguarda il caso Consip e sulla richiesta di dimissioni di Luca Lotti ha preferito non esprimersi, perché “non spetta a me chiederle, andrei oltre il mio ruolo”, mentre sullo scandalo tessere Michele Emiliano propone di “trasformare la tessera di partito, oggi talvolta mezzo di sopraffazione, in un mezzo di identificazione personale del militante come la tessera sanitaria” Secondo il candidato alle primarie Pd, “attraverso una piattaforma seria, non oscura e riservata come quella M5S, la tessera dovrebbe consentire sia di costruire dal basso il programma sia di seguire vita del partito”. Nel contempo accusa: “Oggi la tessera del Pd è usata dalla maggioranza renziana quasi come mezzo di sopraffazione”.
Sulla scissione Emiliano ha le idee chiare: “La divisione che abbiamo nel Pd è frutto di un’idea del mondo del segretario che ha messo in gravissima difficoltà l’Italia e demolito il Pd che deve essere ricostruito diversamente”. Emiliano critica anche l’evento che dal 10 al 12 marzo vedrà i renziani riunirsi al Lingotto: “Alla Leopolda tutti parlano e poi si fa come dice il capo. La Leopolda è uno scherzo. Nella assemblea dell’11 marzo a Lingotto spero che Renzi cambi e mi copi. Perché dalla nostra intelligence – abbiamo la stessa agenzia di comunicazione usata da noi alle regionali – ci risulta che Renzi intende copiarci, ma secondo me non ce la fa perché le ragioni dell’io prevarranno”. Ed accusa l’ex segretario di aver accelerato sul congresso per “andare a votare prima della legge di stabilità”.
Ma non è solo Renzi ad essere accusato, il governatore pugliese critica anche l’ex presidente Giorgio Napolitano che “ha dato in modo originale, al Governo il compito di modificare la Costituzione”.
Infine Emiliano chiede che il Congresso non si riduca “ad una conta per stabilire chi sarà o no in Parlamento. Dobbiamo volare alto”, e promette che se mai diventasse segretario “o non faccio il premier o, se divento premier, lascio la segreteria“.