La sinistra ha molti nodi da sciogliere



Ben ritrovati. Iniziamo questo 2017 con un articolo scritto da Marco Cianca per il Corriere Della Sera.


Perché iniziare l'anno con questo approfondimento?
Crediamo che questi siano i temi, i toni e le modalità su cui dovremmo concentrarci a discutere. Senza alcun tipo di steccato, di pregiudizio, di schematismo.

Un manifesto. Un manifesto della sinistra. Un manifesto per la sinistra. Pochi punti, chiari e irrinunciabili. Una bussola inchiodata ad indicare la rotta verso una società che si vorrebbe migliore. Non un programma confuso e contraddittorio come le 281 pagine compilate nel 2006 per tenere assieme Fausto Bertinotti e Clemente Mastella nell’Unione guidata da Romano Prodi. 

Un’esperienza lacerante, le cui ferite sono ancora aperte. Non una torre di Babele destinata a crollare in un indistinto e rissoso vociare. 

Basterebbe un decalogo. Preciso e breve. I pilastri sui quali costruire una nuova casa comune. Gli architetti possono essere diversi, Matteo Renzi, Laura Boldrini, Giuliano Pisapia, e ognuno dare la propria impronta se incaricati dell’edificazione. Ma i principi cardine devono essere vincolanti. 

Norberto Bobbio, nel suo saggio del 1994, ribadiva l’insuperabilità della diade Destra-Sinistra, assegnando alla seconda la stella polare dell’eguaglianza. Si può ripartire da qui, ripartire da Bobbio. Il filosofo ammetteva la possibilità di una triade, come le varie forze di centro, ma alla fine insisteva sull’antinomia originaria. E il populismo? Già il fascismo era populista. E il movimento Cinque Stelle? Da che parte sta? Un dibattito sterile che sembra ricordare quello sui Verdi. 

Di destra o di sinistra? Tutto muta ma la dicotomia uguaglianza-disuguaglianza resta la stessa. E se la si perde di vista, la confusione è totale. La sinistra rischia di fare da supporto alla destra conservatrice, di tifare per Angela Merkel o François Fillon, e la destra reazionaria di traslocare nel campo dell’intolleranza e della legge del più forte.

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