Le priorità del nuovo governo
Ieri pomeriggio Matteo Renzi ha presentato alle Camere il nuovo governo, con queste parole:
"Vogliamo che l’Italia diventi il luogo delle opportunità e chiediamo la fiducia sulla base di un cambiamento radicale. Se perderemo questa sfida sarà solo colpa mia. E’ il tempo del coraggio, che non esclude nessuno e che non lascia alibi a nessuno”.
Renzi ha toccato tutti i temi dell’agenda politica, dalle riforme, alla Giustizia, all’immigrazione, con un’attenzione particolare alla scuola, a proposito della quale Renzi ha detto: “Non c’è politica che non parta dalla centralità della scuola”, annunciando poi che presto si recherà in alcune scuole del Nord Est, e poi al Sud.
Renzi ha annunciato una ‘immediata riduzione a due cifre del cuneo fiscale’. Entro giugno, dice, sarà pronto un pacchetto organico di revisione della giustizia, a partire da quella amministrativa.
Il semestre europeo è stato tra i primi temi toccati da Renzi, che ha affermato: “Se vogliamo immaginare un semestre europeo serio dobbiamo pensare a che Europa immaginiamo nel mondo che cambia, ma non saremo credibili se non riusciremo ad arrivarci senza sistemare ciò che dobbiamo sistemare a casa nostra”.
Più volte il segretario del Pd ha sottolineato la necessità di passaggi concreti e puntuali sulle cose da fare. Cominciando a parlare di riforme, il presidente del Consiglio è partito dalla necessità di semplificazione della macchina burocratica e della Pubblica amministrazione.
“Un Paese semplice e coraggioso – ha detto – che non ha paura di affrontare in modo diverso il rapporto con la P.A. Una politica forte è quella che affida tempi certi anche al ruolo dei dirigenti. Fatti salvi i diritti acquisiti, basta per loro ai contratti a tempo indeterminato”.
“Ogni centesimo speso dalla P.A. deve essere visibile online” ha aggiunto, proponendo poi di inviare la dichiarazione dei redditi precompilata ai dipendenti pubblici e ai pensionati, usando anche la rete.
Passando poi alle riforme istituzionali e costituzionali, Renzi è tornato sulla necessità del superamento del Senato come seconda Camera e di una riforma del titolo V per rivedere le competenze esclusive di Stato e Regioni.