Il ricordo delle foibe

Oggi è la Giornata del Ricordo. Si celebra da pochi anni e la legge che la istituisce recita così, “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. 

"Cosa colpisce anche chi su quel confine orientale, il più tragico della penisola, non ci è nato come invece è accaduto a me e a tanti altri? Colpisce il tempo. La distanza tra eventi che hanno segnato lo spirito di un’epoca e di una terra e il momento in cui lo Stato ha dedicato a quegli eventi un giorno simbolico per ricordare e raccontare quel che accadde e ciò che causò. 
Stamane Ilvo Diamanti su Repubblica spiega come il tempo, la rapidità, sia la chiave di senso della stagione che attraversiamo. L’ho letto pensando a quanto poco vicino a quello spirito sia un dopoguerra infinito come quello che abbiamo vissuto in quella parte d’Italia. La repressione fascista degli sloveni, l’italianizzazione dei loro cognomi, l’occupazione nazista della città, la Risiera di San Sabba, i quaranta giorni dell’occupazione e della violenza titina, la tragedia delle foibe, il dramma dell’esodo. E poi, molto poi, il ritorno all’Italia e la lunga coda di un conflitto che ha segnato la comunità lungo il crinale, straordinario e terribile, del combinarsi delle nazionalità. " 

Così Gianni Cuperlo, triestino, commenta la tragedia delle foibe e le sue vittime.  



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