Perché in un anno è cambiato il sentimento della base




Sembra peggiore di quella del centrodestra, la situazione che si sta creando all`interno del Pd. Da quella parte, almeno a livello formale, tutti si inchinano e si uniformano nelle lodi al leader storico, al fondatore di Forza Italia e della coalizione che per anni ha governato il paese. Nel maggior partito di centrosinistra se le danno di santa ragione, a cominciare dal leader Maximo, per qualsiasi accadimento e per qualsiasi parola pronunciata da uno qualsiasi dei protagonisti della tenzone: Renzi contro Cuperlo contro Civati contro Pittella, per riassumere brevemente lo stato dei fatti. Oppure, se volete: un renziano contro un cuperliano contro un civatiano contro un pittelliano. [..]
Ma insomma, al di là delle polemiche intestine, i dati paiono parlare abbastanza chiaro, sia quelli che riguardano gli iscritti che i simpatizzanti del Pd. Come sappiamo da poche ore, tra gli iscritti ai circoli Matteo Renzi sembra essere riuscito a strappare una vittoria sufficientemente significativa, di circa 8 punti su Gianni Cuperlo (ma la vera sorpresa è certamente Pittella al 6 per cento!). Significativa, al di là del vantaggio non certo eclatante, per due motivi.

Il primo è che soltanto qualche mese fa il responso generale pareva nettamente contrario al sindaco di Firenze, rispetto al quale Bersani veniva largamente preferito; nel giro di meno di un anno di tempo il sentimento della base è mutato in maniera abbastanza radicale. Che sia il desiderio di cercare (finalmente) la vittoria, e quindi un calcolo prettamente utilitaristico, o che sia una vera conversione sulla via di Damasco, fatto sta che i rapporti di forza degli attivisti sta mutando, senza ombra di dubbio.

Il secondo motivo è, se vogliamo, ancora più interessante: nonostante il sorpasso, non c`è stato il tanto temuto "effetto bandwagon", gli iscritti non sono saltati cioè in blocco sul carro del (presunto) vincitore delle primarie, e questo fatto ci racconta di un partito che, almeno alla base, resta saldamente ancorato ad una visione della politica più meditata e meno ondivaga. Più responsabile e dibattuta.[..]

La contemporanea pubblicazione del risultati degli iscritti e del sondaggio sui votanti ci permette anche di tracciare una interessante linea di confronto, e di porci qualche domanda.
Gli iscritti sono più restii al cambiamento rispetto agli elettori? O al contrario sono maggiormente fedeli alla propria storia, e meno facile preda di una novità ancora non ben assimilata, o conosciuta? Alcuni pensano a Renzi come una sorta di involuzione politica, di stampo berlusconiano; altri invece come una opportuna rivoluzione contro la vecchia generazione, rea di non aver permesso la crescita di leader alternativi. Sia quel che sia, i segnali di una apertura nei confronti del sindaco di Firenze sono indubitabili, e molte delle speranze di cambiamento sia nel partito che nella società politica sembrano aver trovato in lui una possibile risposta. Resta da capire se la fiducia in lui come leader del partito, e come leader della coalizione (come suggerisce il confronto tra Renzi e Letta, favorevole al primo) sia effettivamente ben riposta.
Ma di questo avremo sicuramente occasione di riparlarne nei prossimi mesi, per capire quanto gli elettori si riconoscono in lui, nelle sue proposte e nel suo programma di governo. Che, prima o poi, ci verrà di sicuro raccontato....

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