L'approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale


Lo sviluppo urbanistico della nostra città, all'interno del contesto della Brianza, dipende fondalmentalmente dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). Uno strumento fondamentale perché attraverso la sinergia tra sviluppo, ambiente, infrastrutture, verde e cemento, deve essere in grado di indirizzare anche l'economia del territorio.

Questo documento è stato approvato nella giornata di mercoledi dal Consiglio Provinciale, con 18 voti favorevoli, uno contrario (IDV) e l'astensione del PD.
Una documento che dal punto di vista dei consiglieri del PD, doveva essere in grado di correggere ed indirizzare un Piano nato su iniziativa del CentroDestra nella provincia più urbanizzata d'Italia. 
Le proposte del Pd venivano da un percorso di partecipazione, fatto di riunioni e di tavoli di lavoro, ma che ha riscontrato subito evidenti difficoltà nelle discussioni in aula.
In particolare il macigno più evidente era relativo alla Cascinazza, la grande area dove la Famiglia Berlusconi (che di recente l'ha ceduta ad un'altra società) ha sempre cercato di costruire, incontrando l'opposizione dei vincoli imposti dal Comune di Monza, ma che il PTCP proposto dal Centrodestra voleva spazzare via.

A tal proposito, Domenico Guerriero, capogruppo del PD in Consiglio Provinciale, così si è espresso in una lettera inviata ai segretari di Circolo e ai Sindaci:
Per noi la priorità era e resta frenare la corsa al cemento, mentre il primo estensore del Ptcp, l'ex vicepresidente della Provincia e assessore al Territorio Antonino Brambilla (poi arrestato nell'ambito dello scandalo delle mazzette sul cambio di destinazione d'uso di alcune aree a Desio e Giussano) non ha mai nascosto che il Piano per lui dovesse essere semplicemente una fotografia dell'esistente, una specie di sommatoria dei piani dei singoli Comuni. In fase di adozione del Piano (22 dicembre 2011) abbiamo quindi votato contro: troppo blande le misure anticemento, anche alla luce della bocciatura della nostra richiesta di ampliare gli Ambiti Agricoli Strategici (AAS). Nel frattempo sono intervenuti l'arresto di Brambilla (16 gennaio 2012) e un intervento regionale (18 gennaio 2012) che ha posto vincoli più duri: con il risultato che ora le aree ancora libere e prive di qualsiasi vincolo, quelle dove si può ancora costruire, sono scese dal 6% iniziale al 3,7%.
 Il piano risultante, non convincente, ha portato ad un'ultima fase di confronto per il  raggiungimento di alcune richieste fondamentali per il PD:
  • i terreni che i comuni hanno individuato come agricoli restino tali nonostante l'Interesse Provinciale;
  • l'utilizzo di altro suolo dovrà essere valutato caso per caso in situazioni di delocalizzazione dovute a crisi aziendali, dando priorità alle aree dismesse, con la costituzione di un osservatorio per svolgere tale valutazione con la presenza di un esponente delle associazioni ambientaliste;
  • la semplificazione ed il dimezzamento dei tempi per la costituzione del PLIS, di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa.
Condizioni che sono state infine accettate dalla maggioranza, permettendo il raggiungimento di un compromesso così commentato da Guerriero:
L’abbiamo spuntata e abbiamo dunque consentito di concludere l’iter. Abbiamo garantito l'arrivo al traguardo di un Piano che non ci piace del tutto ma che irrobustisce il territorio e con la chiusura delle Province il futuro di esso sarà in mano ai Sindaci: noi, oggi al governo nella maggioranza dei comuni, abbiamo numeri e competenze per migliorarlo.

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