I primi passi della legge contro l'omofobia



 Lunedi scorso la commissione Giustizia della Camera ha approvato il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia, un disegno di legge molto discusso, figlio di quello affondato durante la scorsa legislatura.
La proposta di legge era stata depositata alla Camera nel primo giorno di legislatura da Ivan Scalfarotto, ottenendo la firma di 221 parlamentari, appartenenti a diversi schieramenti.
Conteneva quattro articoli, introducendo il reato di omofobia e transfobia, definendo il significato di orientamento sessuale e identità di genere ed estendendo anche all’omofobia e alla transfobia l’articolo 3 della legge Mancino, la legge che prevede un’aggravante della pena per i reati del codice penale commessi sulla base di «discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». 
Questo punto è stato molto criticato dai cattolici di Pdl e Scelta Civica, che hanno accusato il ddl di introdurre un reato di opinione, quando invece tutela una certa categoria di cittadini dall'odio che verso di essi è manifestato.
Le critiche, che avrebbero portato alla discussione della legge oltre la pausa estiva, hanno portato il PD ad accelerare i tempi, e per questo motivo i due relatori Scalfarotto e Leone (rispettivamente di PD e PDL) hanno deciso di riscrivere la proposta eliminando alcuni passaggi controversi, così da trovare un compromesso e ottenere il sostegno anche del PdL. Il nuovo testo è costituito da un solo articolo anziché quattro e si limita a introdurre i nuovi reati di transfobia e omofobia, senza introdurre l'aggravante della pena per i reati compiuti con questa finalità discriminatoria.

Un testo che secondo qualcuno è considerato troppo riduttivo, ma Scalfarotto ha precisato che PD, SEL e M5S presenteranno un emendamento per introdurre nuovamente l’estensione dell’articolo 3 della legge Mancino una volta che il ddl sarà arrivato alla Camera.

Ivan Scalfarotto ha riassunto sul suo blog le modifiche che verrebbero quindi introdotte dalla proposta di legge:
«La Legge Mancino avrà un nuovo titolo, si chiamerà “Norme urgenti in materia di discriminazione etnica, razziale, religiosa o fondata sull’omofobia o transfobia”, e un nuovo testo. Diventeranno reati l’istigazione a commettere o la commissione di atti di discriminazione fondati sull’omofobia o transfobia, e così l’istigazione a commettere o la commissione di atti di violenza fondati sull’omofobia o transfobia. Sarà vietata ogni organizzazione avente tra i propri scopi l’istigazione alla discriminazione o alla violenza fondate sull’omofobia o transfobia. A tutto questo si applicherà la pena accessoria di prestare un’attività non retribuita a favore della collettività. Non si potranno più, in pubbliche riunioni, compiere manifestazioni esteriori o ostentare emblemi o simboli propri di organizzazioni aventi tra i propri scopi l’istigazione alla discriminazione o la violenza fondate sull’omofobia o la transfobia».

Aldilà della critiche alle modifiche, se il PD riuscirà a portare a casa questa legge di civiltà, questo sarà il primo passo verso il riconoscimento di un 5% della nostra popolazione, che finalmente riconosciuti dalla legge, per la prima volta, come soggetti che essendo diversi hanno bisogno di essere resi uguali. 

via il Post

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