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Visualizzazione dei post con l'etichetta diritti gay

I primi passi della legge contro l'omofobia

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 Lunedi scorso la commissione Giustizia della Camera ha approvato il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia , un disegno di legge molto discusso, figlio di quello affondato durante la scorsa legislatura. La proposta di legge era stata depositata alla Camera nel primo giorno di legislatura da Ivan Scalfarotto, ottenendo la firma di 221 parlamentari, appartenenti a diversi schieramenti. Conteneva quattro articoli, introducendo il reato di omofobia e transfobia, definendo il significato di orientamento sessuale e identità di genere ed estendendo anche all’omofobia e alla transfobia l’articolo 3 della legge Mancino, la legge che prevede un’aggravante della pena per i reati del codice penale commessi sulla base di «discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».  Questo punto è stato molto criticato dai cattolici di Pdl e Scelta Civica, che hanno accusato il ddl di introdurre un reato di opinione, quando invece tutela

USA: il matrimonio non è solo uomo-donna

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Ieri, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha dichiarato incostituzionale il Defence Of Marriage Act (DOMA) – o più specificatamente la sua sezione 3, una legge federale del 1996 che stabiliva che con la parola matrimonio ( marriage ) s’intendesse esclusivamente un’unione legale tra un uomo e una donna ( only a legal union between one man and one woman ). A portare nuovamente l’attenzione della Corte Suprema sul DOMA è stata una signora di ottantatré anni, Edith Windsor , sposatasi nel 2007 in Canada con la compagna Thea Speyer dopo quarant’anni di fidanzamento. Nel 2009, alla morte della moglie, per ottenerne l’eredità la Windsor si è trovata costretta a pagare una tassa di 363.ooo dollari in quanto non risultava coniuge ( spouse ) della Speyer a causa della sezione 3 della sopracitata legge; se la Windsor fosse stata vedova di un uomo avrebbe invece potuto ottenerne l’eredità senza versare nemmeno un cent allo stato. È stato così che, di tribu

La scuola pubblica è nel cuore degli italiani

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In difesa della scuola pubblica, attaccata dal premier in una delle sue ormai consuete uscite che hanno il solo scopo di distrarre l'opinione pubblica dai suoi guai giudiziari, sono arrivate le parole di Pier Luigi Bersani , a giudizio del quale " la scuola pubblica è nel cuore degli italiani, da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabile. Con richiami di sapore antico - ha sottolineato il segretario del Partito Democratico - il premier se la prende con comunisti e gay, insultando così l'intelligenza e la coscienza civile del Paese. All'elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica - ha concluso Bersani - è nel cuore degli italiani, è il luogo in cui l'Italia costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica e non permetteremo che Berlusconi la distrugga". Proprio per questo il segreta