USA: il matrimonio non è solo uomo-donna

Ieri, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha dichiarato incostituzionale il Defence Of Marriage Act (DOMA) – o più specificatamente la sua sezione 3, una legge federale del 1996 che stabiliva che con la parola matrimonio (marriage) s’intendesse esclusivamente un’unione legale tra un uomo e una donna (only a legal union between one man and one woman).

A portare nuovamente l’attenzione della Corte Suprema sul DOMA è stata una signora di ottantatré anni, Edith Windsor, sposatasi nel 2007 in Canada con la compagna Thea Speyer dopo quarant’anni di fidanzamento. Nel 2009, alla morte della moglie, per ottenerne l’eredità la Windsor si è trovata costretta a pagare una tassa di 363.ooo dollari in quanto non risultava coniuge (spouse) della Speyer a causa della sezione 3 della sopracitata legge; se la Windsor fosse stata vedova di un uomo avrebbe invece potuto ottenerne l’eredità senza versare nemmeno un cent allo stato.

È stato così che, di tribunale in tribunale, la Windsor è riuscita a portare il suo caso fin alla Corte Suprema e ad ottenere l’importantissima vittoria di ieri: la sezione 3 (il DOMA per sineddoche) è stata dichiarata incostituzionale perché lesiva del quinto emendamento a tutela delle libertà individuali.

La decisione dei giudici non è quindi da intendersi come un mero atto simbolico o linguistico: la mancata equiparazione delle unioni omosessuali al marriage negava alle  coppie omosessuali sposate di beneficiare di programmi assistenziali federali inerenti a tasse, sanità, pensioni, eredità e altro ancora.

La sentenza della Corte Suprema segna un importantissimo traguardo nella storia dei diritti per le persone omosessuali: l’America riconosce che l’istituzione del matrimonio, così come giuridicamente intesa, non è monopolio della coppia uomo-donna.

Un passo epocale che precisa che il matrimonio è un fatto giuridico (un negozio, a voler essere precisi) ancor prima che un sacramento: le unioni celebrate in chiesa, oltreché al profondo valore morale e spirituale per il credente, hanno valore in quanto giuridicamente registrare, ed è lo Stato che permette alla Chiesa di celebrare il rito dando ad esso funzione giuridica.

Lo stesso presidente Obama si è premurato di dichiarare a riguardo: «L'amministrazione è stata sempre rispettosa di come le istituzioni religiose definiscono e consacrano il matrimonio. Questa decisione, che riguarda solo le nozze civili, non cambia questo nostro atteggiamento».

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