Un Erasmus per il lavoro.

L'inserimento nel mondo lavoro è, come abbiamo imparato a conoscere attraverso l'esperienza diretta o interposta dalle nostre conoscenze, è un viaggio attraverso un mondo sconosciuto di collaborazioni non retribuite, contratti con condizioni paradossali, se non di vero e proprio sfruttamento. Lo è in un periodo di crisi a maggior ragione, e lo è allo stesso modo per molte realtà europee.
Sono questi i motivi che stanno portando alla proposta di  un piano Europeo che possa coinvolgere Scuole, Università ed agenzie per l'impiego per garantire la possibilità della ricerca del lavoro su una scala non più nazionale, ma Europea. 
Come l'Erasmus ha permesso ai giovani Europei di entrare in contatto con gli paesi dell'Unione, garantendo occasioni di studio all'estero, questo, che è stato denominato "Erasmus 2.0" consentirà di scovare le occasioni lavorative dove esistono davvero, all'interno della comunità Europea.
Ne ha parlato Enrico Letta, e la proposta italiana sarà al centro del Consiglio dei ministri di mercoledì, chiarendo alcuni punti del programma, a cui potranno partecipare tutte le imprese, ma che garantirà un sostegno finanziario Ue soltanto per quelle con al massimo 250 dipendenti. 
I giovani lavoratori invece godranno di un contributo che varia a seconda della distanza della propria città dal luogo del colloquio, e di un successivo contributo in caso di trasferimento.

La platea dei possibili fruitori sarà circa di cinque milioni di ragazzi, dalle scuole superiori alle università, che potranno godere delle possibilità formative offerte da un periodo di soggiorno all'estero. Senza contare ciò che da questo potrebbe derivare in termini di sviluppo della persona, della sua adattabilità e delle sue possibilità occupative future.

Via Repubblica.it

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