My game is over. La lettera di Prodi.



Oggi Romano Prodi, fondatore dell'Ulivo e già Presidente del Partito Democratico, ha inviato una lettera al Corriere della Sera per definire la sua posizione rispetto al Pd e alla politica italiana, mettendo così a tacere le tante chiacchiere e le tante voci che si susseguono.

Il professore rivendica il suo operato in questi anni, l'impegno profuso e i risultati ottenuti, dalla doppia vittoria elettorale al tentativo di portare in Italia una cultura politica più moderna e solidale.

Rispetto al Partito Democratico, Romano Prodi spiega la sua decisione: “my game is over”. In realtà il Professore si era già dimesso, alcuni anni fa, dall'incarico di Presidente del Partito, e non ne aveva assunto nessun altro. Impegnato nella politica internazionale, impegno che sembra voler proseguire (nel finale della lettera annuncia di essere in partenza per New York dove discuterà, all'ONU, lo sviluppo del Sahel), Prodi aveva lasciato che fossero le generazioni più giovani a occuparsi della direzione del Partito.

Per questo la decisione di non ritirare la tessera quest'anno rimane comunque un dispiacere, e non basta motivarla dicendo di aver finito il proprio ciclo: sebbene Prodi ormai abbia finito il proprio lavoro, l'iscrizione al Partito è comunque un segno di appartenenza e di sostegno, che comunque il professore non sembra voler far mancare quando parla della speranza, per l'Italia stessa, di un rinnovamento e rafforzamento del PD.



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