Cosa succede in Turchia
Quest'oggi il nostro sguardo su ciò che accade al di fuori dei confini nazionali si posa sulla Turchia.
Dal 28 maggio migliaia di persone manifestano al Gezi Parki di Istanbul, l’area verde più grande della città, per protestare contro la decisione dell’amministrazione locale di demolire il parco per costruire un centro commerciale. La demolizione del parco fa parte di un piano avviato da tempo di riqualificazione dell’area intorno a piazza Taksim, una delle più importanti e famose di tutta la città. I manifestanti si sono autodefiniti “Occupy Gezy Park” e secondo fonti non confermate riportate da Al Jazeera sarebbero più di 10mila. Negli ultimi due giorni le proteste hanno portato a diversi scontri, alcuni anche molto violenti, tra manifestanti e polizia.
Ce lo racconta il quotidiano La Repubblica.
Nuovi scontri fra manifestanti antigovernativi e polizia sono ripresi nel pomeriggio nella zona di Kizilay, nel centro di Ankara. Gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni per cercare di disperdere diverse centinaia di persone che si avvicinavano agli uffici del premier Recep Tayyip Erdogan, di cui i contestatori chiedono le dimissioni. Una manifestazione è stata dispersa da una carica della polizia sempre ad Ankara, dove contro il corteo sono stati usati idranti e lacrimogeni.
La protesta di clacson e pentole. In serata, invece, la protesta è diventata sonora, e ha invaso le strade di Istanbul, Ankara e Smirne. Il centro delle tre più grandi città del paese è stato invaso da migliaia di automobilisti, con la mano schiacciata sul clacson. Sui balconi di molte case e per le strade il concerto dei clakson è stato accompagnato da quello metallico delle pentole sbattute una contro l'altra dalla gente per unirsi alla richiesta dei manifestanti di Taksim e Kizilai.
Negli ospedali di Ankara curate 484 persone. Ad Ankara sono 484 i manifestanti che sono stati curati negli ospedali, da venerdì a oggi. Lo ha reso noto il segretario generale della sezione locale dell'Associazione dei medici turchi, Selcuk Atalay. Secondo quanto dichiarato dal medico un manifestante è in gravi condizioni. "Ci sono persone gravemente ferite da proiettili di plastica" ha dichiarato Atalay.
Nessuna conferma sulle vittime. Intanto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, non conferma le due vittime: "Non sono confermate le notizie secondo le quali ci sono due morti" dopo gli scontri di ieri e questa notte in piazza Taksim a Istanbul, ma "cinque persone sono in pericolo di vita per ferite alla testa", ha detto. "Pretendiamo dal ministero della Sanità turco informazioni precise sul numero di persone rimaste ferite negli scontri" e "lanciamo un appello perchè ci sia uno stop nell'uso di gas lacrimogeni che sono la causa principale delle ferite riportate dai manifestanti", ha aggiunto Noury. L'ufficio di Amnesty International a Istanbul, nei pressi di piazza Taksim, è stato trasformato in una sorta di pronto soccorso per fornire aiuto ai feriti degli scontri. "I manifestanti fermati sono stati tenuti in massa, fino a 12 ore, nei blindati della polizia senza acqua, cibo e senza servizi igienici", ha detto ancora il portavoce di Amnesty raccontando anche di "violenze nella stazione di polizia vicino a piazza Taksim e nella stazione centrale di polizia di Istanbul". Secondo fonti mediche, ha precisato Noury, "lacrimogeni sono stati lanciati anche all'ingresso degli ospedali" e la polizia "ha arrestato feriti che necessitavano di cure".
Farnesina invita italiani a prudenza. In seguito agli scontri, la Farnesina invita ''i connazionali a prestare la massima prudenza, evitando di recarsi in zone soggette a manifestazioni, in particolare nelle città di Istanbul e Ankara''. Lo si legge nell'ultimo avviso, aggiornato a oggi, del sito Viaggiare Sicuri. Restano invariati i consigli di evitare viaggi nelle aree vicino ai confini con la Siria, l'Iraq e l'Iran.
Più di 1.700 arresti. La polizia turca ha arrestato più di 1700 persone durante le manifestazioni antigovernative che si sono svolte ad Istanbul, Ankara e decine di altre città, ha affermato il ministro degli interni Muammer Guler. La maggior parte degli arrestati, ha aggiunto il ministro, citato dall'agenzia pubblica Anadolu, è stata poi rimessa in libertà.
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Qui, a cura de Il Post, una breve guida alla storia recente del paese, tra cambiamenti culturali, alfabeto latino e telenovela.
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DoppiaM