I comuni italiani sono diventati social


Vandalismo, incuria, immondizia abbandonata, segnaletica stradale carente, affissioni abusive e degrado. Ne incontriamo esempi tutti i giorni, in qualsiasi contesto. Dalla buca insidiosa nell’asfalto al graffito che copre la palina della fermata dell’autobus. O, forse anche peggio, al sacchetto dei rifiuti dell’ultimo picnic ancora abbandonati sul prato del parco. 

Il social network Decoro urbano, creato da Maiora Labs nel 2010, permette di segnalare in tempo reale al proprio comune il disagio senza passare ore in linea con il centralino (nelle grandi città) o senza dover inseguire l’amico sindaco, magari giustamente impegnato in altre questioni importanti (piccoli centri). E, da poco, anche una metropoli si è unita all’elenco di comuni che ascoltano i cittadini.

Ce lo racconta il Corriere della Sera nella sua rubrica #6gradi

Da quasi tre anni, infatti, esistono un social network e una app (disponibile per iPhone e Android) che fanno proprio questo: mettono in contatto cittadini, anche con fotografie e video di quello che non funziona, e pubbliche amministrazioni per risolvere i problemi. Il 7 marzo Roma si è iscritta al portale e riceve la segnalazione gratuita delle sue brutture. Promettendo di intervenire appena possibile e risolvere i danni. E finora, la Capitale, di 2708 segnalazioni ne ha risolte o prese in carico408. Latita, invece,Milano (377 segnalazioni in attesa), per esempio (sulla cartina d’Italia a lato, la mappa delle segnalazioni attualmente attive).

Non sono, però, i grandi centri quelli più attivi. Per esempio, San Salvo è in provincia di Chieti. Il Comune deve ancora risolvere alcuni dei problemi (Domenico Scafuri segnala una panchina vandalizzata alla villa comunale), ma delle 39 segnalazioni ricevute finora, 24 sono già state risolte, 8 sono state prese in carico e le altre restano in attesa. Non male per una p.a. che si è iscritta al portale soltanto il 9 novembre scorso.

I romani, e i cittadini di San Salvo – un esempio virtuoso a caso – sono fortunati: evidentemente i loro amministratori hanno compreso cos’è l’e-government e hanno apprezzato la piattaforma di «Citizen Generated Content». Non sono in compagnia particolarmente buona, però: al momento, infatti, i «Comuni attivi», cioè quelli che hanno aderito all’iniziativa, sono poco meno di 80 (su 8.094) per circa 4,2 milioni di cittadini. Dieci mesi fa erano solo 34 (per circa 70.000 abitanti).

Nel Regno Unito e in Irlanda lo fanno da anni: FixMyStreet risolve oltre 5.000 casi al mese, e ci credono anche le grandi città (il servizio esiste dal 2007). Mi risultano iniziative analoghe solo inNorvegia, Danimarca, Olanda, Australia, Nuova Zelanda e Canada.

In un mondo ideale un utente del sito segnala il disagio, all’insegna dello slogan we DU, e il Comune risponde. Altri utenti, con un meccanismo simile a quello del likesu Facebook, possono sottoscrivere e condividere la segnalazione con il tasto DU it!, commentare e anche stabilire delle priorità. Nel mondo pratico, però, anche i Comuni devono registrarsi a Decoro Urbano (che ora collabora con Wikitalia) e, forse, qui c’è l’ostacolo maggiore: nell’inerzia delle nostre p.a.

Continua a leggere sul sito de Il Corriere della Sera


DoppiaM

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