EXPO: Milano teme la fine di un sogno


Era il 31 marzo del 2008, Milano festeggiò la conquista internazionale.

Milano, si prometteva allora, sarebbe stata rilanciata grazie all'Esposizione: 4,1 miliardi di investimenti diretti per il sito espositivo, altri 11 per autostrade, strade e metropolitane da troppo tempo al palo, turismo (29 milioni di biglietti staccati), verde (500mila nuovi alberi), posti di lavoro (70mila), vie d'acqua (oggi ridimensionate) per collegare i padiglioni alla vecchia Darsena di Milano, vie di terra (cancellate).

Molte di quelle promesse sono già cadute sotto l'urto della crisi e del tempo che se n'è andato.

Vista da lì, dal cuore del cantiere, Expo è ancora una scommessa.E ce ne vuole di immaginazione per sovrapporre quella distesa di terra e scavi, ruspe e fango, con le immagini scintillanti delle simulazioni al computer che dipingono una cittadella tecnologica nel verde.

Poco più di sette anni, 2.585 giorni: è il tempo che Milano aveva a disposizione per organizzare la sua occasione. Il suo grande evento. E adesso che all'inaugurazione del 1° maggio 2015 di anni ne mancano solo due, di tempo da perdere non ce n'è più. Quei 700 giorni sono diventati pochissimi.

Ieri Repubblica ha dedicato un approfondimento ad EXPO 2015 e alle sue difficoltà. Mancano 700 giorni all'inaugurazione della Fiera espositiva. Una grande occasione per il rilancio del capoluogo lombardo e di tutta l'Italia. Ma nei primi cinque dei sette anni a disposizione non si è fatto abbastanza. Una cifra racconta tutto: su 1,3 miliardi dovuti dagli Enti pubblici restano ancora da versare 963 milioni.

Qui l'articolo completo.

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