Un patto per l'Expo


Un vero e proprio "patto" per l'Expo.

Lo hanno siglato ieri a Milano Pierluigi Bersani, Umberto Ambrosoli e Giuliano Pisapia. Un patto «sociale, politico e istituzionale con un forte segnale di discontinuità rispetto al passato», con l'obiettivo di assicurare un «impegno comune» per il 2015.

La scommessa è chiara: fare di Expo una vera occasione per creare «lavoro e sviluppo» e per contribuire a uscire dalla crisi.

Al centro del patto, quattro punti molto precisi: una deroga al patto di stabilità che possa alleggerire il peso degli investimenti degli enti locali, la possibilità per il commissario di (ri)avere in mano i poteri cancellati con i grandi eventi per accelerare i cantieri, un sottosegretario dedicato all’Expo a una "Legge speciale", sull’esempio di quello che fu fatto per le Olimpiadi di Torino del 2006, per finire con una «grande campagna di promozione» in Italia e all’estero.

«Noi tre andiamo d’accordo», ha sorriso Bersani evocando i continui litigi in casa centrodestra. «Tremonti non ci ha mai creduto, la Moratti e Formigoni litigavano e Expo è arrivata vicina a un rischio estremo. Se il percorso è ripreso è grazie alla nuova giunta», ha detto il segretario del Pd.

Unanime la conclusione: «Expo è un grande fatto italiano e l’Italia ha un bisogno disperato di trovare leve credibili per andare avanti, per ridare fiducia e lavoro».

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