La giornata di ieri




La rubrica di ieri di Michele Serra su Repubblica è dedicata all'allegria alquanto strana con cui anche in tempi difficili, complessi Serra va a votare. 

E' un pezzo autobiografico che mi sento di estendere a molti di noi.

Infatti la giornata di ieri iniziata sotto una copiosa nevicata che ha causato piedi bagnati per tutto il giorno si è trasformata come ogni occasione di voto in una giornata di festa dove si sono susseguiti incontri, confronti appassionati.

Amici mi telefonano in fibrillazione, altri angosciati, “se vince il Bugiardo io questa volta espatrio davvero”, “se vince il Matto va a catafascio il paese”, “se vince Bersani tanto poi non può governare”, “su due elettori uno è un imbecille certificato”, “la gente vota col portafogli o con la pancia, mai col cervello”, “la zia di mia moglie è una nazista”, e tutto il repertorio, ragionevole ma lugubre, sulla democrazia ammalata.
Io invece, per motivi certamente irragionevoli, ma immutati nei decenni, vado a votare sempre di buon umore. Ho perso quasi tutte le elezioni dal 1974 a oggi, e dunque dovrei avere maturato, a proposito del voto, una radicata ostilità.

(continua a leggere sul blog di Giacomo Salerno)

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