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Visualizzazione dei post con l'etichetta Michele Serra

La giornata di ieri

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La rubrica di ieri di Michele Serra su Repubblica è dedicata all'allegria alquanto strana con cui anche in tempi difficili, complessi Serra va a votare.  E' un pezzo autobiografico che mi sento di estendere a molti di noi. Infatti la giornata di ieri iniziata sotto una copiosa nevicata che ha causato piedi bagnati per tutto il giorno si è trasformata come ogni occasione di voto in una giornata di festa dove si sono susseguiti incontri, confronti appassionati. Amici mi telefonano in fibrillazione, altri angosciati, “se vince il Bugiardo io questa volta espatrio davvero”, “se vince il Matto va a catafascio il paese”, “se vince Bersani tanto poi non può governare”, “su due elettori uno è un imbecille certificato”, “la gente vota col portafogli o con la pancia, mai col cervello”, “la zia di mia moglie è una nazista”, e tutto il repertorio, ragionevole ma lugubre, sulla democrazia ammalata. Io invece, per motivi certamente irragionevoli, ma immutati nei decenni, vad

I commenti online: una riflessione.

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In questi ultimi mesi, nonostante la stagione politica si avvii alla conclusione, il nostro blog ha avuto un numero di accessi molto elevato. Grazie. A questi accessi sono corrisposti moltissimi commenti. Molto spesso sono stati commenti di scarsa qualità, e ci costringono ad un monitoraggio quasi costante (che non possiamo fare, ovviamente), per evitare che ci siano insulti, provocazioni e simili. Era da un po' di tempo che volevo scrivere qualcosa in tal senso, sia sollecitato da lettori del blog sia dagli stessi commentatori anonimi. Ne avevamo già parlato qui e qui . Quest'oggi ci aiuta una riflessione di Michele Serra. Nella sua rubrica su Repubblica, Michele Serra aggiunge qualche riflessione su una discussione nata dopo un’Amaca  pubblicata giovedì 12 luglio, che era sul tema dei commenti online e sulla loro scarsa qualità generale, osservata sui siti di cronaca. Serra fa riferimento anche a questo post di Arianna Ciccone sul sito Valigia Blu, che riporta u

La vera antipolitica

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Gli ultimi dati dei sondaggi raccontano che circa la metà dei potenziali elettori ad oggi non voterebbe nessuno dei partiti esistenti.  Una percentuale altissima che racconta un'indignazione diffusa nel sentimento popolare, verso una politica che appare distante dai problemi dei cittadini, che sembra interessata a conservare uno status quo intaccato continuamente da inchieste che coinvolgono i propri membri.  L'immagine che ne viene fuori è tutt'altro che edificante e, del resto, anche la presenza del governo dei tecnici evidenzia una crisi nell'intero quadro politico. Difficilmente i numeri dei sondaggi sopra citati si tradurranno in astensionismo, che comunque continuerà a crescere, come avviene già da qualche anno , mentre appare più chiaro che molti di questi voti si dirigeranno verso movimenti lontani dai partiti convenzionali, che sanno raccogliere questa rabbia diffusa.  Pochi giorni fa, del resto, a Monza, in una serata di pioggia erano in tanti ad asc