I commenti online: una riflessione.
In questi ultimi mesi, nonostante la stagione politica si avvii alla conclusione, il nostro blog ha avuto un numero di accessi molto elevato. Grazie.
A questi accessi sono corrisposti moltissimi commenti. Molto spesso sono stati commenti di scarsa qualità, e ci costringono ad un monitoraggio quasi costante (che non possiamo fare, ovviamente), per evitare che ci siano insulti, provocazioni e simili.
Era da un po' di tempo che volevo scrivere qualcosa in tal senso, sia sollecitato da lettori del blog sia dagli stessi commentatori anonimi. Ne avevamo già parlato qui e qui.
Quest'oggi ci aiuta una riflessione di Michele Serra.
Nella sua rubrica su Repubblica, Michele Serra aggiunge qualche riflessione su una discussione nata dopo un’Amaca pubblicata giovedì 12 luglio, che era sul tema dei commenti online e sulla loro scarsa qualità generale, osservata sui siti di cronaca.
Serra fa riferimento anche a questo post di Arianna Ciccone sul sito Valigia Blu, che riporta una conversazione su Facebook.
In rete è nata una discussione sulla mia Amaca dell’altro giorno, nella quale mi chiedevo se le edizioni online dei quotidiani fanno bene a ospitare qualunque commento, anche di bassissima qualità, sugli articoli pubblicati. Un’ottima sintesi del dibattito su/contro quell’Amaca è leggibile su www.valigiablu.it.
L’argomento è enorme (enorme come il web) e questo spazio minuscolo. Provo ad aggiungere un paio di cose che possono aiutare a discutere nel merito, e non d’altro. Non sono affatto “contro il web”, sarebbe ridicolo.
Sono contro — questo sì — l’idea fatalista che il web sia “strutturalmente” ingovernabile. Sull’edizione online di un quotidiano io cerco le notizie, non una gragnuola di commenti generalmente sciatti o livorosi o ininfluenti. Per quelli c’è l’intero web a disposizione. La libertà di leggere è anche libertà di non leggere: senza scelta, non esiste libertà. La tracimazione costante, onnipresente delle opinioni (l’opinione obbligatoria) non mi fa venire in mente la libertà, ma la sua parodia. Più vivo, più capisco di avere bisogno di imparare. E più ho bisogno di imparare più ho bisogno di selezionare le parole che mi circondano. Sbaglia chi pensa sia snobismo. Al contrario: è che ho bisogno degli altri. Ma non TUTTI gli altri.
Da La Repubblica del 14/07/2012.
Questo blog nasce per informare delle nostre attività, per proporre idee e stimolare un dibattito, per commentare le iniziative dell'amministrazione, per approfondire alcuni fatti nazionali o locali.
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