Di fronte alla malattia né povero né ricco. No ticket su specialistiche


Niente più ticket sulle visite specialistiche.
E' la proposta di Pierluigi Bersani.

La sanità pubblica spende ogni anno 790 milioni di euro in consulenze, la maggior parte delle quali sono inutili, come ha denunciato la Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale presieduta da Ignazio Marino. Mentre i cittadini spendono di tasca propria 834 milioni l’anno per pagare i ticket sulle visite specialistiche.

Il ticket è una delle tasse più odiose e ingiuste perché è una tassa che ricade su chi è più malato. Da qui la proposta di eliminare tutte quelle consulenze che non servono per tutelare la salute e abolire il ticket per sollevare da una spesa aggiuntiva quei cittadini che si devono curare.

Noi siamo per il mantenimento di un servizio sanitario nazionale pubblico e per tutti. Di fronte alla malattia non c’è per noi né povero né ricco. E questo è il modo giusto per garantirlo: non con tagli lineari, ma con più efficienza, guardando davvero nelle pieghe dei conti della sanità ed eliminando gli sprechi e le spese superflue.


La mossa del leader democratico è piaciuta ai sindacati.

"Abolire i ticket sulle visite specialistiche sarebbe davvero una cosa positiva - visto come e quanto gravano sulle tasche degli anziani - e darebbe una grande boccata d'ossigeno a tutte quelle persone in difficoltà che oggi si ritrovano costrette a rinunciare alle cure perchè non possono più permettersele", commenta il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone.

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