La criminalità ambientale in Lombardia


Lombardia prima Regione del Nord per reati contro l'ambiente.

Un primato del quale certamente non rallegrarsi, quello che emerge dall'annuale rapporto Ecomafia sulla criminalità ambientale, presentato nei giorni scorsi a Milano da Legambiente.

La Lombardia è all'ottavo posto della classifica nazionale, con oltre 1600 reati, il 4,8% del totale nazionale, e con 1442 persone denunciate, 100 in più rispetto all'anno scorso.

E, ancora, la Lombardia compie un vero e proprio balzo in avanti nella classifica nazionale relativa al ciclo illegale dei rifiuti, scalando dieci posizioni in soli due anni: quest’anno è quarta con 340 infrazioni (il 6,4% del totale nazionale).

Il ciclo del cemento, in particolare quello del movimento terra, è il settore economico in cui la ‘ndrangheta detiene in Lombardia il primato assoluto. Abusivismo edilizio, appalti pubblici truccati, escavazioni illegali nei fiumi riempiono il campionario lombardo che per il 2011 ha registrato ben 344 reati, 455 persone denunciate e 23 sequestri, posizionando la Lombardia alla nona posizione nella classifica nazionale per le infrazioni legate al cemento.

Anche per quanto riguarda l'illegalità contro la fauna la Lombardia è la prima regione del nord: al quinto posto della classifica nazionale con 503 reati accertati e 287 persone denunciate (+ 35%). Proprio in questo settore nel 2012 si è svolta in Lombardia una delle più importanti operazioni della magistratura, che ha finalmente acceso i riflettori sul gravissimo problema degli allevamenti di animali destinati alla sperimentazione. E’ di questa estate infatti il sequestro dell'allevamento Green Hill di Montichiari (BS), e del salvataggio di 2300 cani di razza beagle.

Sergio Cannavò, responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente Lombardia, nel presentare il rapporto ha detto che "le storie raccontate in Ecomafia 2012 restituiscono una Lombardia sempre più al centro di traffici e malaffare nel settore ambientale, che continuano a vedere protagonisti imprenditori senza scrupoli in cerca di facili guadagni, mediatori più o meno legati alla criminalità organizzata e sempre più spesso politici e pubblici amministratori che favoriscono le aggressioni all'ambiente e al territorio in cambio di denaro e favori, arrivando addirittura – è cronaca di questi ultimi giorni – a comprare voti dalla 'ndrangheta in cambio di soldi e possibili commesse nei progetti grandi infrastrutture lombarde".

Di fronte a questi dati, Legambiente ha lanciato un appello alla politica regionale e alla sua responsabilità di definire e far rispettare le regole necessarie a puntellare una ripresa economica nel segno della sostenibilità. Secondo il Presidente lombardo Damiano di Simine, infatti, "lo scivolamento lombardo nelle braccia delle cosche deriva certo da colpe individuali di amministratori corrotti, ma anche dai gravi limiti della politica regionale: inadeguatezza dei controlli, regole inapplicabili, assenza di pianificazioni sono tutti fattori che spalancano le porte ad arbitrii e corruttele. Il ripristino della legalità è il primo requisito per puntellare la ripresa lombarda: nessuna politica industriale può diventare sostenibile e competitiva se non si stronca il dumping criminale".

Qui una sintesi del rapporto Ecomafia 2012.

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