Sanità lombarda di nuovo sotto accusa


Il terremoto che si è scatenato venerdi, con sei arresti chiesti dalla Procura di Milano, ha come epicentro la Fondazione Maugeri di Pavia. Ci sono però analogie importanti con il caso del San Raffaele, finito sull' orlo di un crac da 1,5 miliardi. 

I personaggi principali, accusati di aver creato fondi neri, sono gli stessi: gli imprenditori Piero Daccò (già in carcere a San Vittore dal 15 novembre per il filone che riguarda l' ospedale di don Luigi Verzé) e Antonio Simone, ex assessore alla Sanità negli anni Novanta.

Per entrambi - tutti e due vicini al mondo di Cl - il gip Vincenzo Tutinelli ha ordinato l'arresto con l'accusa di associazione a delinquere e, per Simone, riciclaggio.

Il periodico l'Espresso fa il punto della situazione raccontando anche i rapporti che intercorrono tra gli indagati e il governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

"Tra gli amici più stretti di Roberto Formigoni c'è un club di fedelissimi che vale un tesoro. Fanno parte della cerchia ristretta dei big di Comunione e liberazione. Sono diventati milionari partendo dal basso. Hanno svariate proprietà e imprese in Italia, ma gestiscono gran parte dei soldi tramite società anonime e conti esteri. E sono molto bravi a fare affari soprattutto nel settore più assistito dai finanziamenti pubblici gestiti dalla Regione Lombardia: la sanità privata. Nel circolo dei ricchi amici del governatore Formigoni, i più chiacchierati oggi sono Piero Daccò e Antonio Simone. Entrambi sono stati raggiunti dagli ordini di cattura della magistratura, che contesta un'associazione per delinquere a sei zeri. Il primo è già in carcere dal 15 novembre per lo scandalo dei fondi neri del San Raffaele, l'ospedale privato travolto da una bancarotta da oltre un miliardo di euro. Daccò è imputato di essersi impadronito di circa 8 milioni e di averne fatti sprecare altri 35 alla fondazione religiosa che ha controllato quell'impero sanitario fino alla scomparsa del suo dominus don Luigi Verzè, morto alla fine del 2011."

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 Nel frattempo c'è chi cerca di saperne di più. Il consigliere Regionale Pippo Civati pone una serie di domande al Governatore perché è giunto il tempo di dire basta e di liberare quella sedia. 

Presidente Formigoni non crede che una Fondazione a carattere scientifico, seppur privata, che tratta la salute delle persone della sua Regione, debba non essere considerata allo stesso livello di una azienda zootecnica? La Fondazione Maugeri esegue o non esegue prestazioni con il Sistema sanitario nazionale? E’ vero o non è vero che molta attività della Fondazione è di riabilitazione e in quell’ambito il controllo è difficile e facilmente “modificabile”? Se la domanda numero 2 ha valenza positiva non crede allora che i controlli su dove vanno i rimborsi per prestazioni debbano essere quanto meno “inerenti” visto che i soldi sono dei cittadini, pazienti o meno? Come si può, presidente Formigoni, non considerare quantomeno simile lo scandalo San Raffaele e questo appena scoppiato, di proporzioni ben maggiori, il cui cardine sembra essere ancora una volta Daccò? 

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 DoppiaM

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