Il sit-in al Pirellone


Scrive il consigliere regionale Pippo Civati sul suo seguitissimo blog

"Perché non mobilitarci in modo nuovo, per denunciare l’incredibile situazione in cui versa la Regione Lombardia? Loro non se ne vogliono andare, anzi, e non capiscono il motivo di tante critiche e a volte si offendono, pure."

"Insomma, restano lì seduti, come se niente fosse. E tutto si immobilizza, come a voler negare il passare del tempo (forse perché abituati a occupare quelle posizioni fin dai tempi in cui i Camuni istoriavano la famosa Rosa)."

"E se allora noi, e per noi intendo tutti i cittadini lombardi, di tutte le parti politiche, che trovano che ci sia parecchio che non funziona nei confronti dell’istituzione che dovrebbe rappresentarli, ci organizzassimo per sederci anche noi? Fuori dal Pirellone, con le seggiole portate da casa."

"Non per urlare slogan o denunciare quello che si sa già, né per aggiungere chissà quali altri particolari delle vicende di cui sono piene le pagine dei giornali, ma per discutere insieme, per confrontarci, per immaginare una Lombardia diversa. Politici e cittadini, seduti tra loro e gli uni con gli altri, per dare un segnale: ci vuole qualcosa di nuovo."

"Al di là del colore politico di chi vincerà le prossime elezioni, c’è bisogno di un sistema impostato diversamente. E che sappia affrontare le questioni di cui si parla purtroppo solo dal punto di vista giudiziario: la concezione del potere, come abbiamo spesso ripetuto in questi giorni, le modalità (e l’eccessiva discrezionalità) delle nomine politiche, la negoziazione infinita in campo urbanistico, la sottovalutazione della questione ambientale, il pericolo che alle spalle di tutto questo ci sia addirittura la criminalità organizzata, come emerge da alcuni atti processuali."

Un confronto franco, sereno, all’aria aperta. Sulla soglia del Palazzo.
Come si dovrebbe fare in una democrazia,
quando le porte e le finestre del Palazzo si chiudono.
E l’aria diventa ogni giorno più pesante. E le parole sempre più vuote.

"Un messaggio ai lombardi e al Paese, perché rappresentanza e credibilità sono proprio le questioni fondamentali con cui la politica deve fare i conti, ed è doloroso registrare che sembra non avere più gli strumenti per affrontarle."

"E di Pirelloni, come si sa, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Uno dei due, quello nuovo, è preferibile per un dato eminentemente organizzativo: che ha una volta che copre la piazza sottostante. E con tutto quello che è costata ai lombardi adottarla in termini politici potrebbe dare finalmente una qualche giustificazione alle spese sostenute."

Ci si vede in piazza Lombardia domani,
sabato, dalle ore 10.30 alle ore 13.

"La piazza è all’interno del nuovo complesso della Regione, là dove un tempo sorgeva in bosco di Gioia (anche la fermata della metropolitana è Gioia, nel caso)."

"Qui di seguito i link utili: la pagina Facebook, l’appello di Prossima Italia, il senso dell’iniziativa."

"La manifestazione sarà aperta a tutti, senza sigle, né etichette, con molte adesioni, di cui daremo ovviamente conto nel corso della mattinata.
Non ci saranno né palchi, né comizi. Ci sarà un tavolo, dove raccogliere idee, proposte e documentazioni. E le richieste di intervento di chi vorrà dire la sua."

"Un microfono girerà per la piazza, alla ricerca di storie e persone che raccontino la Lombardia di questi anni e dei prossimi.
Pochissimi minuti per ciascuno, di una piazza che parla, che denuncia e che ragiona. E che cerca di disegnare un futuro diverso, perché il presente è proprio insostenibile."


Nelle intenzioni di chi la promuove
è l’evento di una campagna regionale;
vedendo la situazione in cui versa il comune di Brugherio
questa diventa una campagna anche comunale
Perché è la politica, non solo la giunta lombarda, che deve cambiare.

DoppiaM

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