A Brugherio comanda Bossi?



"BOSSI DÀ LA SUA BENEDIZIONE: IL DECATHLON È PIÙ VICINO"

E' questo il titolo che oggi compare sul Giornale di Monza. Come abbiamo già scritto ieri (qui), il Sindaco Ronchi ha annunciato l'intenzione di proseguire nella sua personalissima battaglia per ottenere l'insediamento del centro commerciale Decathlon a Brugherio.

A quanto dice lui, pare che Umberto Bossi abbia dato il via libera alla realizzazione della Decathlon, e quindi al leader della Lega toccherebbe il compito di neutralizzare i veti, motivati e anche di carattere tecnico, espressi finora dalla Provincia.

Fatemi capire: in base a quali poteri una persona,
 si presume senza conoscenze approfondite dell'argomento
(dimostratemi il contrario)
decide il destino di un'area di una città e dei Comuni limitrofi?

Può un politico, seppure con un ruolo di rilievo in un partito,
contrastare il parere di un organo (la Provincia)
deputato a prendere questo tipo di decisioni?

A tal proposito questa mattina stavo leggendo l'articolo scritto da Arturo Lanzani, geografo e urbanista, Politecnico di Milano, per Il Giornale dell’Architettura, articolo pubblicato sul blog del consigliere regionale Pippo Civati.

Arturo Lanzani sottolinea l’urgenza di fermare o almeno rallentare la trasformazione di suolo agricolo e naturale in suolo urbanizzato

Mi hanno colpito in particolare i seguenti passaggi che fanno al caso nostro:

La previsione di nuove aree d’espansione non può più essere definita in maniera esclusiva dalle amministrazioni comunali, ma dev’essere materia di decisione congiunta di comuni e regioni/province e alcune strutture statali (soprintendenze e autorità di bacino). In primo luogo perché lo spazio aperto va inteso come un bene ambientale e paesistico, la cui tutela è costituzionalmente esercitata da regioni e Stato. In secondo luogo poiché la riorganizzazione urbanistica delle aree produttive, d’infrastrutture e attrezzature (l’unica che può esprimere una domanda che non può trovare risposta nel riuso e riciclo dello spazio già urbanizzato) deve procedere, come in quasi tutta Europa, alla scala delle nuove più estese conurbazioni.

Superate le logiche particolaristiche nel consumo di suolo va però evitata ogni espropriazione verticistica del suolo non urbanizzato, che è un bene comune. Pertanto ogni soggetto deve poter promuovere una class action in sua difesa secondo lo schema previsto dalla Commissione Rodotà sui Beni pubblici, ad esempio qualora la previsione di nuove urbanizzazioni avvenga in contesti caratterizzati da aree di espansione pregresse inattuate, o dalla presenza di aree dismesse, o da infrastrutture che non paiono di pubblica utilità.

L’ultima misura introduce un criterio di compensazione tra comuni ambientalmente virtuosi e comuni che non ridimensionano le precedenti previsioni di espansioni e/o con elevati livelli di urbanizzazione. Tale criterio di perequazione territoriale dovrebbe applicarsi a una quota parte degli oneri di urbanizzazione raccolti dai comuni «consumatori di suolo» e dei trasferimenti statali verso i comuni con forte livello di urbanizzazione. Le risorse così raccolte dovrebbero essere finalizzate alle sole spese di cura del territorio non costruito dei comuni virtuosi, in parte comuni di montagna e collina, magari di grande estensione territoriale e spopolati, da cui dipende buona parte dell’equilibrio idrogeologico e del bilancio del carbonio del nostro paese.

Ecco, dopo aver letto queste righe
pensate a come si prendono le decisioni a Brugherio...

DoppiaM

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