L'anno nero dei sindaci


Abbiamo parlato molto nei giorni scorsi del rapporto tra la criminalità organizzata e la politica.

Il quotidiano La Stampa a tal proposito ci informa dell'anno nero vissuto dai primi cittadini.

E adesso che Gomorra si lecca le ferite per le retate di boss e di politici, amministratori e funzionari comunali collusi, bisognerebbe pure accendere i riflettori sull’altra faccia della mela, sugli amministratori, funzionari e politici che combattono la mafia e l’illegalità, e che sono vittime della violenza e dell’intimidazione mafiosa.

Due eserciti contrapposti di amministratori, infiltrati l’uno nell’altro. Che paradosso. Amministratori che colludono e quelli che combattono. I primi, cominciano a finire in carcere, gli altri rischiano la vita. Solo nel 2010, 212 casi di minacce e di intimidazioni contro chi fa il suo dovere: 87 in Calabria; 49 in Sicilia e 29 in Campania. Seguono Sardegna (25); Puglia (11); Lazio (5); Liguria (3).

Chissà quanti sono gli amministratori indagati,
finiti in carcere, citati in rapporti di polizia.

Non c’è una anagrafe simile a quella degli amministratori minacciati.
Andrebbe fatta, resa pubblica in ogni Comune.

Sappiamo però che negli ultimi vent’anni sono stati sciolti per mafia 202 comuni (in alcuni casi anche per più di una volta). Il record spetta alla Campania, con 85 scioglimenti, seguono Calabria e Sicilia a pari classifica: 53 i loro Comuni sciolti.

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Ieri, proprio sul rapporto criminalità organizzata, politica, è intervenuto il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Il primo cittadino è stato intervistato nella terza puntata dell'inchiesta di Ruben H. Oliva per il Corriere della Sera intitolata  "Soffocati dalla ndrangheta-Lombardia, la Calabria del Nord".


Dagli affari dell'EXpo 2015 alla decisione del Comune di costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia. L'appello del sindaco di Milano a imprenditori e cittadini: «Denunciate»




DoppiaM

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