Italia: un futuro da Grecia?


Causa referendum è passata sotto traccia la notizia che l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor's declassa ancora la Grecia, da B a CCC, con outlook negativo.

Questo vuol dire che Atene sprofonda sempre più nell’abisso. Standard & Poor’s ha deciso di declassare il giudizio sul debito sovrano ellenico da B a CCC, ultimo baluardo prima della D di fallimento di fatto.

Il quotidiano online L'Inkiesta (a proposito cosa aspettate a metterlo tra i preferiti?) ci racconta che «l’azione di Standard & Poor’s non deve stupire, dato che era nell’aria già da tempo...il debito ellenico è di circa 340 miliardi di euro»

Non solo questo però ha motivato il taglio al rating. L’ultimo dato sulla disoccupazione, passata dall’11,6% del maggio 2010 al 16,1% dello scorso mese, non lascia presagire una ripresa imminente. E preoccupa anche l’andamento del debito pubblico, valutato oltre quota 160% del Pil già nel corso di quest’anno.

Questo quello che succede dall'altra parte del Mediterraneo.
In Italia, la situazione non è cosi tragica ma qualche preoccupazione è corretto averla.
Detto chiaramente non rischiamo presumibilmente che possa arrivare un default, però quest'oggi l'Economist ha raccolto i dati sul PIL procapite degli ultimi dieci anni dei paesi del mondo e i dati non sono confortanti.

Crediamo che il PIL non sia il solo degli indicatori da analizzare per verificare lo stato di salute di un paese, ma rimane comunque uno dei principali.

Secondo l'Economist quindi, siamo in crescita negativa e ci posizioniamo in classifica al 167esimo posto, dopo il Portogallo al 158esimo, altro paese dato in forte difficoltà da Standard & Poor’s.

DoppiaM

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