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L'autunno caldo

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L’estate durerà ancora tre settimane secondo il calendario,  ma per molti lavoratori è già finita. Oltre alle vertenze sulle prime pagine dei giornali come quella del Carbosulcis e dell' Alcoa, ci ricorda il quotidiano l'Unità, ci sono decine di crisi ancora irrisolte, da quelle del settore elettrodomestici (Electrolux, Indesit, Antonio Merloni) a quelle del settore aereo (da Windjet a Meridiana) passando per la produzione nel comparto ferroviario ( Ansaldo Breda e Firema) , l'Ict e il tessile (alla crisi della Miroglio si è aggiunta quella di Sixty mentre una soluzione si è trovata per la Golden Lady/Omsa).  Sono 150 tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo economico per circa 180.000 lavoratori coinvolti e oltre 30.000 esuberi: l'autunno - secondo i sindacati che hanno rielaborato dati del ministero - si prepara ad essere molto difficile sul fronte delle crisi industriali, con la situazione più difficile nell'ultimo ventennio. L'

Una fotografia dell'economia italiana

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In questi giorni sono usciti un po' di dati economici. Ne esce la fotografia di un Paese che non cresce e con un debito elevato,dove la pressione fiscale è al 42% e le famiglie non spendono. Nel 2011, il rapporto tra il deficit e il Prodotto interno lordo si è attestato al 3,9%, in calo rispetto al 2010, quando era stato pari al 4,6%. Il Pil è cresciuto nel 2011 dello 0,4%. La disoccupazione a gennaio ha raggiunto il 9,2%, il tasso più alto dal 2004, con quella giovanile arrivata al 31,1%. E ancora: a febbraio il tasso di inflazione è stato del 3,3%, ma il carrello della spesa, cioè i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza sono aumentati del 4,5%. E' questa l'impietosa fotografia dell'Italia, scattata dall'Istat, che indica quali sono i parametri sui quali deve lavorare il governo Monti e chi verrà dopo di lui. Nei giorni scorsi il Premier ha indicato le linee di fondo che intende seguire negli interventi fiscali , anche in vista

Italia: un futuro da Grecia?

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Causa referendum è passata sotto traccia la notizia che l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor's declassa ancora la Grecia, da B a CCC, con outlook negativo. Questo vuol dire che Atene sprofonda sempre più nell’abisso. Standard & Poor’s ha deciso di declassare il giudizio sul debito sovrano ellenico da B a CCC, ultimo baluardo prima della D di fallimento di fatto. Il quotidiano online L'Inkiesta (a proposito cosa aspettate a metterlo tra i preferiti?) ci racconta che «l’azione di Standard & Poor’s non deve stupire, dato che era nell’aria già da tempo...il debito ellenico è di circa 340 miliardi di euro» Non solo questo però ha motivato il taglio al rating. L’ultimo dato sulla disoccupazione, passata dall’11,6% del maggio 2010 al 16,1% dello scorso mese, non lascia presagire una ripresa imminente. E preoccupa anche l’andamento del debito pubblico, valutato oltre quota 160% del Pil già nel corso di quest’anno. Questo quello che succede dall'altr

Le previsioni di crescita (?) dell'Italia

Oggi il Governo ha aggiornato le previsioni sulla crescita del prodotto interno lordo (PIL) del nostro paese. Secondo Tremonti, quest'anno il PIL crescerà dell'1,2%, in aumento rispetto alle precedenti previsioni che lo fissavano all'1%. Per l'anno prossimo, invece, il dato viene aggiornato in diminuzione , passando dall'1,5% all'1,3% Nei prossimi anni peggiorerà però, sempre secondo il ministro dell'economia, il rapporto tra il debito e il PIL, ovvero il debito pubblico che lasciamo in eredità alle nuove generazioni. I dati di oggi si aggiungono a quelli di ieri , che hanno evidenziato che la crisi si è sentita maggiormente nel Nord Italia.