Una mattina mi son svegliato...

A una settimana di distanza, vogliamo per un momento tornare alla grande festa per il 150° dell'Unità d'Italia, che si è tenuta durante l'affollatissimo consiglio comunale aperto.

Due sono i gesti che hanno fatto discutere, tutti avvenuti durante l'esecuzione, da parte della Banda, di "Bella ciao": l'uscita dal consiglio dei consiglieri Carafassi e Caggiano, e la scelta del PD e della Lista Civica Angelo Chirico Sindaco di ascoltarla in piedi.

Carafassi ha duramente contestato, con un comunicato, la scelta di eseguire questa canzone, dicendo che "in questo modo si esalta chi ha diviso... purtroppo si da ancora spazio a chi ha diviso il Paese, a chi ha alimentato odi e divisioni...".

Bella ciao è stata invece giustamente presentata dal Sindaco come "una canzone identificata in modo erroneo con certi colori, e anche le persone che la cantavano sono state identificate con certi colori. Invece è una canzone della nostra storia, dedicata agli uomini che ci hanno liberato dalla tirannia. Non avevano colore, o meglio, avevano il colore della libertà, e con la loro vita ci hanno dato la libertà".

Parole sacrosante, che condividiamo fino in fondo. E sono queste parole che ci hanno convinto ad alzarci in piedi per ascoltare la canzone della libertà e della Costituzione, uno dei doni più belli di questi 150 anni di unità.

Ci siamo alzati, con un gesto spontaneo e che non avevamo programmato, per reagire all'uscita dalla sala consiliare di Carafassi e di Caggiano.

Chi si è stupito del nostro gesto (peraltro non siamo stati gli unici ad alzarci, anche tra il pubblico lo hanno fatto in molti), non ha compreso che noi ci siamo alzati per onorare la libertà e la Costituzione, omaggiare le persone che ci hanno consentito di essere liberi.

E' grazie alla nostra Costituzione, nata dopo la Resistenza e dopo anni bui, nei quali la libertà non c'era, che oggi possiamo esprimere liberamente le nostre idee politiche.

Il gesto di Carafassi è potuto avvenire perchè siamo in democrazia, e si può esprimere dissenso quello che era vietato durante il regime fascista.

È inaccettabile dimenticare queste pagine della nostra storia. E’ una grande responsabilità continuare a testimoniare il sacrificio e la storia di una generazione di uomini che ci ha donato la libertà.

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