Crisi, l'Europa a rischio


Il Portogallo e soprattutto l’Irlanda sono in crisi, non riescono a governare il proprio deficit e il proprio debito pubblico. Dopo l’inciampo della Grecia e le dichiarazioni della Germania di non voler sostenere i paesi in difficoltà dopo il 2013, questa crisi rischia di ripercuotersi su tutta l’Europa e addirittura sullo stesso euro.

L’Irlanda è un paese piccolo, ma ha un mercato finanziario molto importante, di fatto è la succursale di Londra. Se la crisi non fosse arrestata, tutti avrebbero da perderci, a cominciare dai paesi che hanno un forte indebitamento. Non a caso gli Usa hanno chiesto all’Europa di intervenire. La stessa Unione e la Banca centrale europea hanno offerto all’Irlanda il proprio sostegno. Ma l’Irlanda non intende rinunciare alla propria sovranità sui conti pubblici (in caso di aiuto comunitario tutto viene messo sotto controllo). E dunque, il rischio è alto.

L’Italia, che già sta affrontando una crisi durissima, con una forte perdita di posti di lavoro e problemi per le imprese, rischia più di altri paesi, perché ha un debito pubblico pesante, pari al 118 per cento di tutta la ricchezza che il paese riesce a produrre in un anno intero.

Le bugie del governo hanno coperto fino ad oggi questa realtà. L’incapacità del governo ad affrontare i problemi veri ha aggravato la crisi (il debito pubblico era stato rimesso sulla via della riduzione dal secondo governo Prodi, dopo gli anni del centrodestra).

Se c’è tempesta sui mercati finanziari e vengono messi sotto pressione i titoli con i quali gli Stati chiedono prestiti ai risparmiatori, l’Italia rischia di pagare interessi salatissimi e di dover fare manovre di aggiustamento dei conti pubblici drammatiche.

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