1 Maggio. Il PD per il lavoro

-5% del Pil nel 2009, pressione fiscale del 43% e un alto tasso di disoccupazione ora pari al 8,6%. In una parola crisi economica.

Nonostante le bugie diffuse dal governo, i dati parlano chiaro: l’Italia è un paese in ginocchio, costellato da fabbriche prossime alla chiusura, da piccole e medie imprese al collasso, da disoccupati, lavoratori precari e in cassa integrazione. È a questo mondo dimenticato dal governo mediatico che il Partito democratico si rivolge.

E’ questa che la battaglia che il PD ha deciso di portare avanti in parlamento e sul territorio, con proposte concrete.

Per oltre un milione di persone che ha perso il lavoro, e centinaia di migliaia che non hanno alcun sussidio di disoccupazione, il Pd propone un sostegno per tutti i lavoratori precari sprovvisti di copertura assicurativa.

Per le famiglie che non arrivano a fine mese e i negozi, le piccole imprese e gli studi professionali che continuano a chiudere. Il Pd propone di ridurre le imposte sui redditi da lavoro e sulle pensioni medie e basse.

Per gli Enti Locali, lasciati soli dal governo ad affrontare gli interventi emergenziali per il lavoro e per le imprese,il Pd chiede di allentare i vincoli di spesa per investimenti di Comuni e Province per far partire i progetti immediatamente cantierabili e stimolare l’occupazione.

Il governo ha bloccato gli investimenti delle imprese nel Mezzogiorno e per le spese in ricerca e sviluppo, il Pd propone di rimuovere i limiti introdotti alle agevolazioni fiscali, favorire l’accesso al credito e sbloccare il pagamento delle pubbliche amministrazioni alle imprese.

Inoltre proprio perché il lavoro, come ribadito dal segretario Bersani, è la nostra priorità, ma soprattutto quella del paese, il PD ha propone:

• Sostegno fiscale ai contratti di solidarietà per integrare la retribuzione; riforma del sostegno al reddito e della formazione:
• introduzione dell’assegno di disoccupazione per lavoratori parasubordinati ed autonomi;
• generalizzazione e riordino della cassa integrazione per tutti i casi di sospensione temporanea dei rapporti di lavoro;
• graduale introduzione del contratto unico d’ingresso al lavoro ed allineamento degli oneri contributivi per tutte le tipologie contrattuali.

Anche nei mesi passati il Pd si è schierato al fianco dei lavoratori più penalizzati dalla crisi, a cominciare dai dipendenti ex Eutelia , Alcoa, e di tutti quelli che sempre più spesso sono dovuti salire sui tetti per rivendicare un proprio diritto.

Alla riapertura delle camere, dopo la pausa natalizia, il segretario PD Pier Luigi Bersani è stato il promotore e primo firmatario di un progetto di legge ad hoc, un fondo che anticipa gli stipendi dovuti a lavoratori che si trovino in questa situazione. Pensato per i casi in cui non ci siano ancora le condizioni giuridiche per poter attivare strumenti come la cassa integrazione o l’anticipo del tfr, il fondo di garanzia, da istituire presso il Ministero del lavoro, anticiperebbe i crediti maturati dai lavoratori in caso di insolvenza dell’impresa nel pagamento delle retribuzioni. Potranno accedervi, facendo domanda, coloro che non percepiscono lo stipendio da almeno 4 mesi e che non godono di alcun beneficio.
Il progetto di legge, presentato in occasione del ddl Milleproroghe, non fu accolto dal governo che due mesi fa, come oggi, preferì incrociare le braccia e fare orecchie da mercante di fronte alle disperate richieste di aiuto di migliaia di lavoratori.

In occasione della Finanziaria 2010, il PD ha condotto una battaglia parlamentare finalizzata all’approvazione di emendamenti che si rivolgevano al mondo del lavoro, alle famiglie, alla green economy e agli Enti locali.
Per quanto riguarda il lavoro si proponeva:
• Riconoscimento su base universalistica dei trattamenti di disoccupazione;
• Estensione dei trattamenti di cassa integrazione guadagni ordinaria;
• Estensione della durata dei trattamenti di cassa integrazioni guadagni ordinaria
• Raddoppio delle risorse per i rinnovi contrattuali

Dal governo è arrivato il solito ritornello: non ci sono soldi. Ma la compagnia di Tremonti non si è limitata a ignorare le esigenze dei lavoratori, ha addirittura messo le mani sui fondi per il Tfr e li ha dirottati sui progetti più svariati.

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